Cronaca locale

«Non darò soldi ai clandestini Li uso per lo Statuto speciale»

«Non darò soldi ai clandestini Li uso per lo Statuto speciale»


nostro inviato a Padova

La prima volta di un congresso della Lega Nord nel Veneto (a Padova) serve per legittimare definitivamente la scalata del lombardo Matteo Salvini alla guida del Carroccio, ma anche a sancire la pax leghista tra le regioni (nazioni le chiamano loro). Così come a derubricare le liti tra colonnelli a scaramucce non più in grado di far deragliare il partito. Tocca a Salvini annunciare la giornata di sciopero fiscale per il 14 novembre quando «tutte le persone che sono strangolate da Equitalia e da questo Stato ladro devono abbassare la serranda». Negozi chiusi o niente scontrini, taxi gratis e professionisti senza fattura. «Quelli che vogliono combattere stiano con noi» arrocchisce ancor più la voce un Umberto Bossi per nulla disposto a lasciare il proscenio e che alla fine porterà tutti alla basilica di Sant'Antonio per una benedizione. «La Lega ne ha bisogno», acconsente Salvini che ha chiesto uno choc all'economia a Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi. Con Salvini che rilancia la Lega come unica alternativa a Renzi. «Uno pericoloso. Vuol governare da solo da Roma, ma è telecomandato da Berlino». Dal governatore Roberto Maroni, invece, la riproposizione del modello Lombardia, con «800mila anziani a cui è stato ridotto il ticket». Ma l'assicurazione che «non spenderò mai i soldi dei lombardi per accogliere e mantenere i clandestini». E Maroni aggiunge che «mi hanno criticato per questo, perché nell'aggiornamento di bilancio ci sarebbero i soldi, 30 milioni di euro, ma sono lì per finanziare il referendum per una Lombardia regione a statuto speciale e lì rimarranno». Perché solo «la Lombardia a statuto speciale ci risolverebbe i problemi, ci teniamo tutti i nostri soldi e fine delle trasmissioni per chi ha continuato a rubarceli».
Inevitabile tornare sulle vicende giudiziarie di questi giorni. «Sono trasparente come l'acqua - ha arringato Maroni i quattrocento delegati del congresso - Anzi, più trasparente dell'acqua. Sono molto arrabbiato, ma tranquillo perché è una cosa così ridicola». E ricorda di essere «accusato di due telefonate che non ho mai fatto, non le ho fatte e indaghi me? Sono indagato per un viaggio a Tokyo, un viaggio per una delegazione di quattro persone tra le quali io non c'ero. Se questa è la giustizia italiana ragazzi, bisogna fare gli scongiuri». Non solo. «Indagate pure su di me, non troverete nulla di nulla. Alle procure però dico di fare le stesse indagini anche sui viaggi fatti da Renzi, dalla Kyenge e poi ci mettiamo a ridere. Ci provano perché la Lombardia e il Veneto sono gli ultimi presidi di democrazia contro l'invasione e l'occupazione abusiva della sinistra e la colpa di questa insistenza dei magistrati è di Salvini che è stato troppo bravo e ha portato su la Lega quando eravamo dati per morti». Un boato per Mario Borghezio quando maledice un Paese che non sa difendere i suoi militari. «Viva i nostri fucilieri, viva San Marco». Sul fronte politico è ancora Salvini ad annunciare il disgelo. «Per Berlusconi sono contento umanamente e politicamente, dopo quattro anni di linciaggio è giusto che qualcuno lo abbia assolto. Ma cosa sarebbe successo se fosse capitato a uno che non aveva i soldi per difendersi? Questa è una giustizia che non funziona». Apertura che non gli impedisce di negare la possibilità di un patto «con chi a Roma va con Renzi e in Europa con la Merkel». Immediata la replica di Giovanni Toti. «Ma Salvini che film ha visto? Noi - gli manda a dire il segretario politico di FI - stiamo con il Paese e non con Renzi. Sulle riforme andiamo avanti per il bene dell'Italia.

Le nostre idee sono chiare, Salvini spieghi se vuole rimanere nell'attuale posizione rischiando l'irrilevanza e l'ininfluenza, oppure vuole dialogare con noi e le altre forze di centrodestra per ripartire uniti».

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