Cronaca locale

«Nuda e cruda dopo Fantozzi»

L'ex signorina Silvani si racconta sul palco del Delfino

Ferruccio Gattuso

Una grande attrice per un palcoscenico che da qualche anno alza la voce in città: Anna Mazzamauro è in scena al Teatro Delfino da questa sera al 4 dicembre con il suo one woman show «Nuda e cruda», intreccio di monologhi e canzoni in cui l'attrice romana riversa ricordi artistici e di vita privata, rievocazioni e racconti sofferti, molta autoironia e pure qualche sublime vendetta. Insomma, «Nuda cruda» a beneficio di chi la merita, cioè il pubblico. «La mia prima vendetta è contro quella maledetta Signora Silvani spiega Anna Mazzamauro Il personaggio della collega di Fantozzi, una donna stupida e convinta di essere bellissima. A lei devo l'avermi resa celebre presso il pubblico, e si sa che noi attori viviamo per essere amati dal pubblico. Ma al contempo alla Silvani devo il rischio, che ho sventato, di un ruolo-prigione. Per certi addetti ai lavori e per un certo pubblico avrei dovuto essere sempre lei». Invece, in «Nuda e cruda» c'è tanto di quel teatro che è facile capire quanto palcoscenico abbia calpestato e respirato Anna Mazzamauro: «Nella prima parte dello spettacolo la butto sull'autoironia spiega l'attrice Conduco a me la platea raccontando della mia atipicità, come lo chiamo io. Bruttezza è un termine che collego più alla morale che all'aspetto. Io sono sempre stata una diversa in tutti i sensi, racconto della mia atipicità sin da ragazza, del mio sentirmi attrice, e solo quello, da subito. Altrimenti sarei stata una donna inutile». Seguono monologhi femminili intensi e poetici, talvolta dolorosi ma sempre ironici, dalla storia di un trans a quella di una donna stuprata: «Sono molto legata a questo personaggio spiega Mazzamauro Non sapendo a chi rivolgersi, lei alza gli occhi verso la Madonna, chiamandola Mariù, per chiederle una carezza misericordiosa. Io non sono credente, ma la figura della Madonna è materna e calda. Ai credenti invidio la certezza di un qualcosa dopo la vita, per me è solo una favola meravigliosa». Un quadro commovente è quello di una telefonata d'addio: «È quella tra il regista Roberto Rossellini e Anna Magnani spiega l'attrice romana La interpreto dando le spalle al pubblico, per dare modo alla gente di identificarsi senza pensare a me. Tutti noi siamo passati per una telefonata d'addio.

Questa è quella in cui la grande Magnani veniva lasciata da Rossellini per Ingrid Bergman».

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