Cronaca locale

Il nuovo affronto di Macao: "su le gonne" per l'8 marzo

Tutorial e coreografie all'ex macello occupato dal 2012 le donne sono invitate a mostrare i genitali in pubblico

Il nuovo affronto di Macao: "su le gonne" per l'8 marzo

Lo slogan sessantottino «l'utero è mio e me lo gestisco io» sembra quasi archeologia di fronte alle provocazioni del femminismo 2.0. Ma più che una discussione seria sulla parità di genere il centro sociale Macao, che da cinque anni occupa abusivamente l'ex macello di via Molise, non timbrando uno scontrino e affittando gli spazi persino agli eventi della Fashion Week, senza che Sogemi (proprietaria dell'immobile) e il Comune battano un colpo, per l'8 marzo lancia l'ennesima iniziativa choc per far parlare di sè. Le prove di «Su la gonna» si tengono oggi dalle ore 15 alle 18 al secondo piano dell'hangar Macao. «Sarà un pomeriggio per organizzare bene l'azione di anasuromai dell'8 marzo, scambiamo idee, sapienze e racconti su questa pratica. Prepariamo insieme le modalità dell'azione (tipo coreografia e suono) e ci prepariamo a una nuova era di femminismo quuer rivoluzionario» è l'invito a partecipare pubblicato sulla pagina Facebook del collettivo. Post scriptum: «Portate una gonnella, preferibilmente lunga e nera». La vignetta non lascia spazio a fraintendimenti, anche senza leggersi la storia dell'ana-suromai, dal mito di Demetra a varie civiltà del passato e del presente, pubblicata per innalzare il livello dello show, è chiaro che le partecipanti dovranno applicarsi nell'esibizione della vagina in pubblico. Sono le prove generali, perchè lo show-provocazione dovrebbe poi andare in scena mercoledì alle ore 18, nel giorno della festa della donna, davanti al Pirellone in piazza Duca d'Aosta. Per chi volesse contribuire inviando i propri video, sulla pagina Facebook ci sono pure un paio di «tutorial», il finale è sempre «su la gonna». L'uso «imprevisto del corpo collettivo nello spazio pubblico è sovversivo - è la spiegazione sul sito di Macao e di altri movimenti antagonisti che evidentemente aderiranno alla manifestazione dell'8 marzo -. Il gesto di mostrare la vulva, con nomi diversi, si trova in moltissime culture, con significati che variano a seconda del tempo e del luogo, ma spesso con il potere di mettere fine alle guerre o di maledire gli uomini che offendono le donne. Riprendere questo gesto nel contesto della lotta contro la violenza maschile sulle donne e dello sciopero dell'8 marzo ha il significato di mettere al centro i corpi, in tutte le loro differenze, e la loro potenza. Vogliamo alzarci le gonne, vogliamo farlo insieme e, insieme, vogliamo ridere con tutta la forza della nostra rabbia». La sensazione è che il centrodestra dopo l'ennesima provocazione tornerà a chiedere lo sgombero di Macao. Certo sarebbe una pessima notizia per quello che è stato ribattezzato il «Leoncavallo 2».

Si sta avvicinando il salone del Mobile, l'anno scorso il collettivo aveva aperto un ostello con camera doppia a 50 euro a notte, ovviamente esentasse.

Commenti