Cronaca locale

Il nuovo Parisi scatena la campagna popolare

Cene, mercati, radio e Dal Verme tra gli obiettivi del candidato Che vuol piacere non solo ai leader

Sabrina Cottone«Come city manager Stefano Parisi ha fatto meglio di Sala». Lo ripete Curzio Maltese, aspirante candidato sindaco della sinistra radicale, al quale tutto si può dire ma certo non che abbia simpatie di centrodestra. Parole che danno un po' l'idea del clima di stima generale che si respira intorno al candidato voluto da Berlusconi per Palazzo Marino. Se si escludono le dichiarazioni critiche degli sfidanti Sala e Corrado Passera, si può dire che intorno a Parisi cresca un clima di unanime consenso. Situazione rara in questi tempi di tutti contro tutti, a sinistra ma anche a destra, almeno alle latitudini romane. E anche se il futuro delle influenze nazionali è incerto, per il momento gli equilibri resistono senza tremolare.Continua così una campagna di avvicinamento al voto dal volto sempre più popolare e tranquillizzante. Stasera Parisi sarà a una cena di finanziamento elettorale organizzata da Fratelli d'Italia alle Officine del Volo di via Mecenate, nella periferia viva della città. Luogo che è anche un po' un simbolo di un programma elettorale che punta molto sulle aree esterne di Milano, con l'obiettivo di rianimarle e farle diventare nuovi centri. Il costo della serata, cento euro, non è certo alla portata di tutte le tasche ma è anche ben lontano dallo spirito di eventi destinati solo alla buona borghesia e a imprenditori vip.Una tappa della marcia di avvicinamento alla gente, per conoscere personalmente coloro che fino a poche settimane fa per lo più non sapevano chi fosse, dal momento che la carriera di Parisi è cresciuta come grand commis di Stato e poi di Milano, nel fondamentale ma oscuro ruolo di direttore generale del Comune. Il candidato di Forza Italia vanta buoni rapporti con Mariastella Gelmini e anche con Maurizio Lupi di Ncd e con l'ex sindaco Gabriele Albertini, sempre più probabile capolista della lista civica per Parisi. Eppure sabato scorso era al mercato di piazzale Lagosta con Matteo Salvini che sfoggiava una felpa gialla con su scritto «Stefano Parisi». Nonostante le incandescenze tra il leader leghista e Silvio Berlusconi, colui che l'ha voluto in corsa, parlando con i suoi, Parisi insiste a ripetere che «Salvini viene dipinto come un orco cattivo ma è un ragazzo ragionevole, intelligente e pacato, che sta facendo una buona campagna elettorale». Un punto di vista molto conciliante, anche se naturalmente interessato al sostegno che arriva dal segretario del Carroccio, dal quale è possibile bere la capacità di essere convincente tra una bancarella di frutta e un chiosco di verdura.Campagna di immersione tra la gente anche al convegno delle Acli, l'associazione cristiana dei lavoratori: sabato mattina, al sindacato bianco che ha scelto come suo slogan «Senza paura», Parisi, che è nipote di un sacerdote, padre Pio Parisi, ha ricordato che tra la gente il tema della sicurezza è vissuto e sentito con preoccupazione e che vivere l'immigrazione «senza paura» rimane un obiettivo per il quale impegnarsi e lavorare. Oggi il rapporto con i milanesi arriverà via radio, a Un giorno da pecora della Rai. Sabato prossimo al Teatro Dal Verme avrà il via la sua campagna elettorale ufficiale.

Fino ad adesso, per il manager noto, apprezzato ma ancora carente di popolarità, sono state prove generali di avvicinamento al popolo al quale chiede di farlo sindaco.

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