Cronaca locale

Obbligo di referendum per costruire una moschea

Dopo una giornata di trattative varata la nuova legge regionale. Regole più stringenti e parola ai cittadini sui luoghi di culto

Obbligo di referendum per costruire una moschea

È finita 43 a 27 e la Regione ha approvato ieri il progetto di legge proposta dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e appoggiato dall'intero centrodestra per stabilire le nuove regole urbanistiche per la realizzazione di nuovi luoghi di culto. Quello marchiato come provvedimento «anti-moschee» dall'opposizione che ha tentato di affossarlo presentando anche tre pregiudiziali di incostituzionalità. Un comportamento che ha convinto la maggioranza a limare per tutta la giornata alcuni elementi del testo, a cominciare dalla tanto discussa condizione che le confessioni richiedenti avessero prima sottoscritto un accordo con lo Stato italiano, requisito di cui a essere privi sono praticamente soltanto le associazioni islamiche. Alla fine, per tentare di convincere la sinistra ed evitare un possibile ricorso alla Corte costituzionale, un testo edulcorato che pretende da chi non abbia firmato un protocollo come nel caso dell'Islam, almeno statuti che prevedano «il rispetto dei principi e dei valori della Costituzione».

Ben più rilevanti sono state invece le modifiche risultate dalle lunghe trattative all'interno della stessa maggioranza che hanno anche il Nuovo centrodestra, inizialmente più critico, a votare a favore di una legge che a differenza del testo uscito dalla commissione ora prevede l'istituzione di una consulta regionale «per il rilascio di parere preventivo e obbligatorio» ai progetti presentati dai Comuni e il reinserimento di un referendum consultivo tra i cittadini dei municipi nei quali sia prevista la consultazione dei cittadini. Con la prevedibile corsa alla modifica degli statuti nei Comuni a guida centrodestra che ancora non lo prevedano.

Un passaggio che mette a rischio il bando del Comune per le nuove moschee. «Valuteremo le ricadute materiali sul nostro atto prodotto precedentemente all'intervento della Regione - annuncia l'assessore Pierfrancesco Majorino - Di certo sul piano culturale si è dato un pugno in faccia a qualsiasi tentativo di dialogo tra culture». Un Majorino per nulla d'accordo anche sugli altri requisiti urbanistici richiesti, come l'installazione esterna di telecamere collegate a polizia locale e questura, distanze adeguate tra i diversi luoghi di culto, strade di collegamento e opere di urbanizzazione a carico dei richiedenti e parcheggi pari al 200 per cento della superficie dell'edificio. Oltre all'obbligo per i Comuni di Vas, la Valutazione ambientale strategica dove cittadini e soggetti interessati potranno eventualmente esprimere la loro contrarietà. Approvato anche un emendamento che chiede ai nuovi edifici «congruità» non solo architettonica ma anche «dimensionale» con le caratteristiche «del paesaggio lombardo». Per il consigliere alfaniano Stefano Carugo «un modo per impedire che si costruisca una mosche più grande del Duomo o con un minareto più alto della Madonnina». Una legge estesa anche alla religione cattolica che inizialmente sembrava esclusa e per la quale, comunque, il riferimento è il Concordato. Da sinistra la polemica sui problemi che le nuove norme imporrebbero a chiese e oratori. «È mai possibile - protesta il pd Jacopo Scandella - che per avere un nuovo oratorio servirà la Vas? I musulmani continueranno a pregare per strada, negli scantinati o in centri culturali spesso fatiscenti e difficili da controllare. Verranno colpite, invece, tutte le altre confessioni religiose, compresa quella cattolica, che dovranno sottostare agli aggravi burocratici».

Pronto a rispondere all'accusa di islamofobia il leghista Romeo: «La moschea non è solo un luogo dove si prega, è un luogo dove si prega, ma si fa anche politica. E politica contro l'Occidente». Ma per il consigliere della Lista Ambrosoli Roberto Bruni «prevedendo regimi differenti per le confessioni che hanno sottoscritto l'intesa con lo Stato e per quelle che non l'hanno fatto, la legge opera comunque una discriminazione e rimane quindi incostituzionale». Di una «legge che non serve per mettere paletti, ma per introdurre maggiori controlli secondo regole uniformi e condivise» parla l'assessore di Fratelli d'Italia Viviana Beccalossi. «I fatti di Parigi e la minaccia dell'Isis sono fatti incontestabili, comunque la si pensi. E poi vorrei sapere se nei Paesi musulmani si impiega anche solo un minuto per discutere la costruzione di chiese invece di bruciarle con dentro presti e suore». Di «strumentalizzazioni ideologiche della sinistra» parla Fabio Altitonante (Forza Italia). «Per noi i fatti sono i tanti Mohammed Game, Rabei Osman Es Sayad Ahmed o Abu Imad passati dal centro islamico di viale Jenner, un vero e proprio luogo di proselitismo e reclutamento di jihadisti, una base logistica del terrorismo internazionale. Ma chi si atterrà alla legge non avrà alcun problema con le nuove norme.

Anzi, da cittadino le apprezzerà».

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