Voci di Milano

Occupazioni e spaccio nella terra di nessuno (soffocata dal traffico)

Dagli abusivi nelle case Aler ai centri sociali fuori controllo Le vie del degrado. E le strade dove viaggiare è un'impresa

Occupazioni e spaccio nella terra di nessuno (soffocata dal traffico)

Macchine in doppia fila. Code chilometriche. Semafori poco intelligenti. Tir impazziti nel traffico. Sono questi i primi ostacoli per chi voglia entrare in zona 9. Dal capolinea della Metro 3 fino al centro la viabilità congestionata è una realtà per i cittadini: rotonde che invece di fluidificare la circolazione la ostacolano. Incroci da cui uscire è un miracolo. Piste ciclabili solo disegnate e che terminano nel nulla. Il calvario è ormai diventato ordinaria amministrazione per chi almeno una volta abbia cercato di percorrere via Pellegrino Rossi, via Astesani o via Litta Modigliani. La prima, ad esempio, è bloccata sette giorni su sette fino all'angolo con via Grazioli dalle 7 alle 10 e dalle 17 alle 20. La colpa è di chi ha disegnato la rotatoria che immette in via Vincenzo da Seregno, l'opera ha ristretto la carreggiata complici un marciapiede troppo largo e fioriere eccessivamente invadenti.

Tanto è vero che qui, come più avanti, le ambulanze restano spesso bloccate negli ingorghi senza vie di fuga. Per chi scelga di entrare da Bruzzano la situazione non è certo migliore.Qui il problema principale sono le case popolari, di Aler e Comune, occupate abusivamente da anni e ormai diventate piazza di spaccio. I cancelli divelti dei casermoni di via Vincenzo da Seregno sono l'immagine delle porte aperte ai delinquenti. Ma i disagi non finiscono qui: la terra di nessuno si trova anche in via Caltagirone al civico 9 e in via del Danubio. E mentre gli assessori comunali Pierfrancesco Maran e Marco Granelli pensano di aprire una nuova strada nel cuore del Parco Nord, poco lontano - precisamente in via Marchionni - gruppi di sudamericani trasformano ogni notte il piazzale in un'officina abusiva.

Per finire c'è la fontana del parco Galeotti Bianchi diventata la vasca da bagno dei rom, a pochi metri dall'area giochi dei bambini.Proseguendo il viaggio, si approda a Niguarda dove un'altra rotonda potrebbe risolvere i problemi di degrado in via Della Pila. Gli orti abusivi e l'area circostante, ormai diventata una discarica abusiva, dovrebbero essere rimpiazzati dall'opera urbanistica. I cittadini hanno più volte sollecitato il Consiglio di zona a intervenire, ma per ora le richieste sono ancora lettera morta, mentre i cumuli di spazzatura crescono. La comunità di Affori invece chiede da tempo la chiusura del centro sociale Ri-Make. Gli autonomi però non lasciano la ex sede Bnl, anzi hanno rilanciato con la cosiddetta «stanza del sesso libero». Lì dentro nulla è proibito: il locale è a disposizione di chiunque voglia provare ogni genere di perversione. Così come in via Ciriè è possibile trovare qualunque tipo di droga: basta aspettare all'esterno del centro di aggregazione giovanile.

Lo spacciatore di turno è lì che aspetta e anche i volontari della struttura ormai hanno paura. Avvicinandosi al centro il dito dei cittadini è puntato sulle prostitute. Sono cinesi, spesso avanti con l'età e battono in pieno giorno. Ovviamente sono low cost. Il loro marciapiede preferito è all'incrocio tra via Valtellina e viale Stelvio, luogo prediletto anche da spacciatori e borseggiatori. Qui i residenti si sentono discriminati: attraversando la strada si arriva al nuovo quartiere Isola, centro della movida, dove tutto splende. Mentre sotto i loro balconi, raccontano, a regnare sono degrado e abbandono. Il nostro viaggio si chiude nelle piazze del centro. In XXV Aprile torna il calvario degli automobilisti. Nonostante la recente riqualificazione, trovare parcheggio è un'impresa.

Le strisce gialle non bastano, sono perennemente occupate dai clienti di bar e ristoranti, e così per i residenti non resta che lasciare l'auto in sosta vietata. In principessa Clotilde invece ad attirare l'attenzione sono ancora una volta i bivacchi dei rom. I nomadi usano le aiuole come dormitorio e qualche volta si spingono fino in Melchiorre Gioia. Lì scavalcano i cancelli e si accampano nei cortili degli uffici tecnici del Comune.

Ma per Palazzo Marino è tutto tranquillo.Michelangelo BonessaDaniela Uva

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