Cronaca locale

Oggi il Ramadan all'Arena: «No a terrorismo e guerre»

Fine del mese sacro, comunità islamica in festa Ospite il vicesindaco: «Dialogo sulla moschea»

Alberto Giannoni

Dopo un mese di digiuno e preghiera, i musulmani oggi festeggiano la fine del mese sacro di Ramadan. Tre gli appuntamenti principali per le moschee milanesi. All'Arena civica si ritrovano le associazioni aderenti al coordinamento dei centri islamici, il Caim. Il campo di via Cambini ospiterà la festa della Casa della cultura islamica di via Padova. Il centro di viale Jenner sarà, come nei venerdì di preghiera, a Lampugnano, nell'area ex Palasharp in cui dovrebbe sorgere una delle due moschee di Milano. Altre associazioni, invece, si riuniranno nelle loro sedi. «In via Cambini saremo tantissimi dice il direttore del centro di via Padova Mahmoud Asfa, ambrogino d'oro del Comune, punto di riferimento dell'islam moderato e dialogante - il campo è all'aperto, da quello che ho sentito e dalle chiamate che ho ricevuto supereremo le 6mila persone». In via Padova aspettano la consueta visita di un vicario episcopale che rappresenti la Curia, e del vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, annunciata anche all'Arena Civica. La vicesindaco, appena investita di questo delicato caso moschee, per ora non si sbilancia troppo: «Saremo vicini alle comunità che concludono questo mese di intensa preghiera e sapremo farci illuminare perché il percorso sarà quello di recuperare un dialogo di tranquillità calma e rispetto. Da qui si riparte per parlare di moschea».

Proprio all'Arena si riuniranno i fedeli delle associazioni aderenti al coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Brianza. E dai vertici del Caim è arrivato un messaggio, sul tema del terrorismo: «In questo momento di gioia e di ringraziamento - dicono - non possiamo dimenticare la sofferenza che in questo particolare momento storico affligge la nostra umanità, il nostro pensiero va alle vittime della sopraffazione e dell'ingiustizia, agli innocenti morti nelle guerre e per mano del terrorismo, la nostra condanna alla violenza è la condanna contro chi non solo dimentica Dio ma opera una bieca e inaccettabile strumentalizzazione della religione per perseguire finalità criminali». C'è insomma il riferimento al terrorismo islamico. Con la lettura consueta dei musulmani milanesi, che citano il fenomeno del terrorismo islamico in uno scenario complessivo fatto di guerre, ingiustizie e sopraffazioni. Non manca un pensiero esplicito per le vittime dell'attacco a Dacca: «La nostra comunità - dicono dal Caim - vuole esprimere il suo cordoglio per le vittime dell'attentato in Bangladesh che ha scosso tutti e in particolar modo la comunità bengalese di Milano». All'arena è annunciata anche la presenza del presidente della Commissione per la promozione dei diritti umani del Senato Luigi Manconi «a testimonianza dell'interesse istituzionale verso una comunità che attende di veder garantito il proprio diritto alla pratica del culto», rifermento questo all'immancabile tema della moschea.

Ai musulmani ha inviato un messaggio anche l'arcivescovo, Angelo Scola.

«Le vie di chi guarda a Dio non possono portare che tutti noi insieme a sentire una profonda reciproca amicizia e stima - ha detto - «dobbiamo ricordarlo per aiutare i tanti popoli in conflitto a costruire cammini di riconciliazione e prosperità mostrando a tutti gli uomini che la vera religione cerca la pace e la solidarietà, non il dominio e la violenza».

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