Cronaca locale

Olimpiadi dell'autonomia. Il Lombardo-Veneto corre

Il pasticcio grillino lancia il duo Milano-Cortina Asse trasversale. Coperture? Non è un problema

Olimpiadi dell'autonomia. Il Lombardo-Veneto corre

Le Olimpiadi del Lombardo-Veneto. Il nome capofila sarà quello di Milano ma la candidatura in tandem con Cortina prende forza. «Abbiamo messo su un treno l'assessore allo Sport Guaineri con l'assessore di Cortina - ha detto ieri mattina il sindaco Beppe Sala - e l'abbiamo mandato a Losanna». Nella sede del Cio è stata depositata la documentazione che ufficializza la corsa a due. Due, visto che il tridente con Torino è tramontato, per il corto circuito tutto grillino che si è consumato fra la sindaco Chiara Appendino e il lato 5 Stelle del governo nazionale. Gli esponenti lombardi del Movimento, intanto, a stento sono riusciti a trattenere l'entusiasmo per la corsa a due dietro al paravento della «gratuità» per lo Stato. Sono gli stessi 5 Stelle lombardi che hanno lavorato fianco a fianco del centrodestra nella stesura del quesito referendario sull'autonomia. E in effetti sulle Olimpiadi del Lombardo-Veneto sembra riprodursi lo schema che si è visto all'opera un anno fa, quando le due Regioni più produttive d'Italia hanno votato - nello stesso giorno, non a caso - il referendum per avere più poteri da Roma.

I leghisti ovviamente sono entusiasti di un asse del Nord-est. E al di là delle cautele protocollari delle dichiarazioni ufficiali, è chiaro che l'intero Carroccio spinge. Il governatore Attilio Fontana (nella foto) è tranquillo e rimarca l'importanza economica e di immagine dell'evento, auspicando un coinvolgimento del governo.

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, trait d'union fra il leader Matteo Salvini e il cuore della Lega federalista, ieri sera si è attestato su questa linea: «La candidatura a tre alle Olimpiadi invernali del 2026 è definitivamente tramontata», ma «se Milano e Cortina, Lombardia e veneto, trovano investitori privati facciano io sono contento». Il tema del denaro anche ieri ha tenuto banco. Il 3-4 ottobre a Buenos Aires si riunirà l'esecutivo del Cio che formulerà alla sessione dell'8-9 la proposta per il via libera delle candidature ufficiali. A gennaio il governo o le Regioni dovranno presentare un primo dossier e a primavera la sua versione definitiva. Al momento, la copertura coincide con i 370 milioni di «garanzia» citati dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. Divisi fra due Regioni fanno meno di 185 milioni, e ripartiti per gli anni che ci separano l'evento, fanno una cifra non certo insostenibile per i due sistemi regionali. È vero che l'organizzazione sarà più onerosa, ma è vero anche che, oltre al Cio, anche i privati (banche, imprese, fondazioni) possono fare la loro parte. E poi in 7 anni, anche il quadro politico può cambiare. «Partiamo! Ci sono 7 anni davanti. Saremo ben capaci di trovare la soluzione» ha rassicurato Sala, ricordando «che il Pil delle due Regioni è superiore a quello svedese e anche a quello austriaco». «Non siamo degli sprovveduti». La cosa, insomma, è serissima.

E trasversale.

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