Cronaca locale

Omaggio a Rossini e alle orchestre big

Il teatro ticinese debutta con il Barbiere Poi attesi Berliner e Orchestre de Paris

Omaggio a Rossini e alle orchestre big

Entrée musicale non casuale nel canton Ticino, a solo un'ora e mezza di auto da Milano. L'occasione sono i tre anni tondi tondi dall'inaugurazione del (nuovo) centro culturale di Lugano. La scelta, doppiamente simbolica: innanzitutto quella di mettere per la prima volta in scena nella nuova struttura in loco un'opera lirica, in questo caso «Il barbiere di Siviglia»; poi quella di portare davanti al pubblico locale e non - e anche per omaggiare - Rossini, l'italico compositore a 150 anni dalla sua scomparsa; sul podio a dirigere ci sarà lo svizzero Diego Fasolis, regia firmata da Carmelo Rifici. Su il sipario per il bel canto di Gioachino dei capolavori da lunedì 3 al 9 settembre, in tutto previste quattro repliche.

Ma dopo l'entrée si sa, c'è il resto del menu da gustare, ovvero tutta la stagione targata Lac, «Lugano musica». Che quest'anno sembra viaggiare ad altezze siderali. Leggere il programma per credere: orchestre ospiti super (dai Berliner ai Wienner) direttori di prestigio (Petrenko, Ticciati e Tilson) solisti d'eccezione, Damiil Trifonov e Maurizio Pollini per dirne solo due (info: www.luganolac.ch). L'apertura del calendario 2018/19 è stata fissata per il 28 settembre con il concerto dell'Orchestre de Paris diretta da Daniel Harding. Artista in residenza di questa stagione è Emmanuel Pahud, il flautista franco-svizzero scelto da Claudio Abbado come primo flauto dei Berliner Philharmoniker, e oggi al vertice di una carriera come solista e in una delle più importanti compagini sinfoniche al mondo. Un quesito a questo punto è quasi d'obbligo: chi mette le mani nella pasta musicale per dar vita a questo festival appena oltreconfine? Scava che ti scava salta fuori dal mare magnum online il nome e cognome di Etienne Reymond, come direttore artistico vero deux ex machina della rassegna e non soltanto questo. A parte i nomi di prima grandezza e altisonanti che lui ha portato nella programmazione, appare subito evidente e si apprezza la varietà delle proposte sia in termini di generi sia in termini «storici». Un mix ben concepito per questo festival che a questo punto può accontentare sia gli amanti dell'opera lirica, sia i cultori della sinfonica e da cemera sia gli amanti della contemporanea. A questo ultimo proposito si segnala nel «live» di apertura, la star del violino Widmann che eseguirà anche una nuovo concerto del fratello Jörg, fuoriclasse della scrittura e del clarinetto. Reymond ha pesato le cose riuscendo a fare un buon gioco di equilibri. Classe 1960, di Losanna, questo super manager della musica non è certamente l'ultimo arrivato. Basta dare un'occhiata al suo profilo: ha iniziato la sua carriera professionale al Teatro alla Scala di Milano per poi lavorare all'agenzia musicale Caecilia di Ginevra. Nel maggio 2013 viene nominato direttore artistico e amministrativo di Lugano Festival: «Creare un programma musicale dalla A alla Z, non può che stimolarmi: è un modo per mettere a frutto le esperienze raccolte fino ad ora», ebbe a dire.

Ci è riuscito col risultato di arrivare a una realtà musical-concertistica che passo dopo passo diventa un competitor agguerrito sulla piazza Europa, internazionale.

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