Cronaca locale

Ora il Comune vuole vendere garage Sanremo e «Pirellino»

Chiara Campo

Il Comune si poteva liberare del «Pirellino» almeno 4 anni fa. Per l'immobile comunale di via Pirelli 39 - più noto come il «palazzo dell'amianto» - l'ex giunta aveva tentato la via della permuta. In pratica, era pronta a cedere l'immobile in una zona strategica come Porta Nuova ma con costi di bonifica stimati in 60 milioni di euro in cambio di una sede dove trasferire i 900 dipendenti. Si fece avanti solo Hines Italia, ma l'ex vicedindaco Ada Lucia De Cesaris giudicò l'offerta non solo irricevibile ma «irrispettosa». La società chiedeva anche un'area con diritti edificatori e proponeva uno stabile con superficie inferiroe a quella richiesta. L'ad Manfredi Catella replicò che semmai il bando di Palazzo Marino «non era compatibile con le condizioni di mercato». Fatto sta che in questi anni il Comune ha dovuto accollarsi l'affitto di un altro palazzo e i costi di ristrutturazione. E ieri l'assessore al Bilancio Roberto Tasca ha anticipato che non sarà intenzione della giunta Sala ricollocare lì gli uffici comunali. Il sindaco intende realizzare un «building federale», una cittadella degli uffici comunali e gli indirizzi più quotati sono lo scalo di Farini o Porta Romana. Il «Pirellino» sarebbe troppo piccolo, nè ha la capienza per ospitare l'Agenzia del farmaco che Milano si candida ad ospitare partecipando al bando Ue. «Finita la bonifica - spiega - decideremo se vendere o mettere a reddito il grattacielo di via Gioia». Entro un paio di mesi sarà lanciata invece l'asta per l'area del garage Sanremo in via Zecca Vecchia, nella 5 Vie. Il garage sarà demolito e si potrà realizzare un palazzo residenziale da 5mila metri quadri. La base si aggirerà intorno ai 15 milioni. Rientra nel Fondo immobiliare 2 lanciato dal Comune nel 2010 e ancora semi-bloccato. Su un patrimonio quotato in 120 milioni, 90 restano appesi al livello di trattative o rogiti ancora da firmare. Dal Fondo 1, del 2007, i «pezzi» più faticosi da dismettere sono i parcheggi interrati di piazza Diaz e largo Corsia Dei Servi.

I titolari fino al 2027 hanno un contratto d'affitto basso, e per ora con il calo di utenti legato ad Area C non parlano di acquisto.

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