Cronaca locale

"Ora dicono no ai soldati in strada, ma li hanno chiesti loro in giunta"

I poliziotti dopo l'allarme Censis e il record di reati in città

"Ora dicono no ai soldati in strada, ma li hanno chiesti loro in giunta"

Mauro Guaetta, segretario provinciale del Siulp, per quale motivo, se i dati certificati dalla prefettura attestano che i reati da un paio di anni a Milano sono in calo, il Censis ci affibbia la maglia nera dei crimini?

«Tutto sta nel messaggio che le politiche dei vari schieramenti alternatisi al governo della nostra città hanno interesse a far passare».

Un esempio concreto?

«Il 4 agosto 2008, con Roberto Maroni ministro degli Interni, vennero istituite le pattuglie miste, polizia e militari; dopo la sua nomina il sindaco Pisapia tolse i militari perché li riteneva inutili a garantire la sicurezza e attaccò il centrodestra tacciandolo di aver utilizzato l'esercito solo per un'operazione d'immagine. Nel novembre 2016 il sindaco appena eletto, Sala, con Carmela Rozza assessore alla Sicurezza, chiese al governo Renzi militari per garantire la sicurezza ai milanesi».

Magari nel frattempo era cambiato qualcosa sul profilo della sicurezza...

«Nulla. Solo la giunta comunale».

Cosa l'ha infastidita maggiormente di recente su questo tema?

«Ad esempio l'atteggiamento della signora Rozza. Che l'altro ieri, in qualità di consigliere regionale del Pd, ha attaccato Stefano Bolognini, assessore al Pirellone con deleghe alle Politiche sociali, sostenendo che a Milano servano i poliziotti, non l'esercito. Vede? Quando la Rozza era in maggioranza, a Palazzo Marino, nel 2016, i militari occorrevano, ora che in Regione è all'opposizione, non servono più».

Dal Censis emerge un dato oggettivo: i milanesi sono gli italiani che denunciano di più. E i reati in calo allora?

«I dati sono quelli che sono. Che le denunce di reato siano in calo è assolutamente incontrovertibile, ma che poi questi numeri corrispondano a un indice di sicurezza reale è tutto da dimostrare».

Soluzioni?

«Il Siulp si appella al neo ministro degli Interni Salvini perché a Milano porti più equipaggi su strada e riorganizzi i commissariati. Oggi è così alta la necessità di rispondere alla domanda di sicurezza su Milano che la questura utilizza come aggregati dieci colleghi del Reparto mobile anche contro le disposizioni vigenti. Questi colleghi, infatti, lavorano in squadre da dieci che non possono mai essere scomposte se non in due gruppi da 5 che comunque devono vedersi l'un l'altro per potersi ricomporre immediatamente.

Invece sono suddivisi in gruppetti in orari e posti differenti».

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