Cronaca locale

Ora l'eroe di via Brioschi rischia di finire per strada: "Il Comune mi dia la casa"

Dopo l'esplosione di una palazzina Gibella salvò una bimba e scavò tra le macerie. È sotto sfratto

Ora l'eroe di via Brioschi rischia di finire per strada: "Il Comune mi dia la casa"

Quando sentì il boato Andrea Gibella stava leggendo un giornale in un bar vicino a via Brioschi 65. Non erano ancora le 9 del mattino del 12 giugno 2016. Il giorno dell'esplosione di una palazzina provocata - si seppe poi - dal pubblicitario Giuseppe Pellicanò, che non si rassegnava alla fine della storia con la ex compagna, morta in quella tragedia che costò la vita anche a una coppia di marchigiani, entrambi 27enni, e gravi ustioni alle figlie di sette e undici anni di Pellicanò, condannato all'ergastolo per quel gesto folle. Gibella, oggi 55 anni, dog sitter, si precipitò davanti alla palazzina sventrata al terzo piano. Sentì le grida di una bambina (era la figlia più grande di Pellicanò), la vide andare avanti e indietro tra il fumo e la polvere e non ci pensò un attimo. Salì di corsa fino al terzo piano, la prese in braccio e la portò in salvo, poi si mise a scavare tra le macerie in attesa dei soccorritori. «L'eroe di via Brioschi» titolarono tg e i giornali. Gibella abitava e abita tuttora al civico 71 della via. Per poco ancora. «Ho lo sfratto esecutivo il 12 gennaio. Ho fatto domanda per avere una casa popolare e sono stato ammesso, ma vivendo solo sono in fondo alla lista, prima vengono tutte le famiglie con figli, moltissime sono straniere» si sfoga.

All'«eroe» del quartiere in zona Navigli l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino aveva promesso una mano per trovare lavoro, altri consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, a caldo, lo avevano proposto per una benemerenza. Ha ricevuto premi o posti di lavoro? «Ma no, e ho sempre detto che non importa, l'unica cosa davvero importante per me è avere una piccola casa in zona, anche piccola». Il reddito Isee che ha dichiarato sulla domanda per l'alloggio popolare è di 7.200 euro. Fa piccoli lavoretti, soprattutto il dog sitter, «il problema, mi dicono, è che non ho una busta paga, ma sono in grado di versare l'affitto in modo regolare se mi assegnano un piccolo monolocale. I 600 euro di una casa sul mercato invece sono troppi». E il 12 gennaio, se non arriverà una sorpresa dal Comune, lascerà per forza quello in cui vive. Ha già un'alternativa? «Per ora no, ho degli amici, magari per qualche tempo qualcuno sarà disposto ad ospitarmi. Ma ho anche un pastore tedesco e non lo abbandonerei mai». Gibella era un «eroe» nel quartiere anche prima di via Brioschi. «É una persone conosciute nella zona, sempre disponibile con tutti» racconta la capogruppo di Forza Italia nel Municipio 5 Silvia Soresina, anche lei residente in via Brioschi «e mi piace sottolineare l'impegno e il coraggio che ha dimostrato il giorno dell'esplosione, credo che meriterebbe un occhio di riguardo da parte del Comune». Lui si limita a confermate che ha «sempre cercato di dare una mano a tutti, questa volta spero che la diano a me».

Raccoglie l'appello il capogruppo di Fi in Comune Gianluca Comazzi. «Con questa sinistra - contesta - le graduatorie delle case popolari sono impietose per gli italiani. Gli alloggi vanno prima agli immigrati. È vergognoso che un eroe come Andrea, cittadino benemerito, rischi di trovarsi in mezzo a una strada.

Il sindaco intervenga per aiutarlo».

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