Cronaca locale

Orlando e la Morante tra dramma e misteri

Orlando e la Morante tra dramma e misteri

Silvio Orlando e Laura Morante, due attori di grande professionalità riconosciuti a livello internazionale, in scena in questi giorni al Piccolo Teatro. Silvio Orlando è Shylock, l'usuraio ebreo de Il Mercante di Venezia, il grande testo di Shakespeare che torna sul palcoscenico del Teatro Strehler, fino al 24 novembre, con la regia di Valerio Binasco. Laura Morante è invece la protagonista de The Country, fino al 17 novembre al Piccolo Teatro Grassi, un'enigmatica e affascinante commedia scritta da uno dei più acclamati drammaturghi contemporanei, l'inglese Martin Crimp e diretta da Roberto Andò.
Laura Morante - raffinata interprete che torna al teatro dove aveva debuttato giovanissima, interpretando Ofelia nell'Amleto di Carmelo Bene - è affiancata da Gigio Alberti, un altro attore di grande spessore interpretativo, la cui carriera spazia, come per gli altri due, tra cinema e teatro. Il Mercante di Valerio Binasco, raccontando una storia di menzogne, di persone legate da inesplicabili sottomissioni, da torbide attrazioni, porta in scena l'opera di Shakespeare, forse più ambigua e complessa; in essa si intrecciano conflitti sociali e culturali, valori come legalità e giustizia, passioni e intrighi amorosi, ma anche temi di grande attualità come l'intolleranza per lo straniero e l'emarginazione del «diverso».
Nel Mercante il ruolo dello straniero è incarnato dall'usuraio ebreo Shylock: «Si è parlato (e si è taciuto) molto dell'antisemitismo di questo testo», dice il regista. «Ho riflettuto a lungo. Poi sono giunto a queste conclusioni: per quel che mi riguarda, è una storia sulla persecuzione della diversità. L'essenziale, riguardo a Shylock, non è che un eretico o un ebreo, ma che è un outsider. Outsider, qui, vuol dire qualcosa di più, di diverso. Vuol dire proprio straniero. Estraneo». Attualizzando la messa in scena, Binasco ha ambientato l'opera nel nord est di oggi, in una Venezia, luogo di confine e di affari, dove i mercanti prosperano e i giovani ricchi chiacchierano al bar. E dove spicca ancora più macroscopico il divario con Shylock, così serioso, che pensa solo a far soldi. «Dentro al Mercante c'è un mostro. Ma non è Shylock. È il denaro», aggiunge Binasco. A contraltare la caduta dei valori de Il Mercante, The Country porta in scena il declino morale della società postmoderna con una storia d'amore tra un uomo e una donna, in attesa di redenzione, che intreccia quella di persone legate da menzogne, inesplicabili sottomissioni e da torbide attrazioni. Lo spettacolo è ambientato nella casa in campagna in cui l'autore ha convocato i tre personaggi della sua commedia, Corinne, Richard e Rebecca, e dove muove il mistero a partire da un incidente che fa da antefatto all'azione. «Se dovessi dare una definizione di The country», spiega Andò, «sceglierei proprio quella di thriller filosofico o di giallo morale.

Le strade che Crimp ci fa prendere in quanto spettatori, attori e regista, sono strade che, lasciandoci spiare i pensieri oscuri dei personaggi, narrando la vita di quei personaggi riflettono sul senso della vita, ponendoci interrogativi che vanno oltre la vita stessa».

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