Cronaca locale

Il Padiglione come un museo L'arte per scordare i ritardi

Il commissario Bracco: «I visitatori non avranno brutte sorprese» Nell'edificio italiano anche la nuova opera di Vanessa Beecroft

Di certo c'è che (anche se il cerimoniale lo negherà fino all'ultimo) il primo maggio il premier Matteo Renzi dopo la cerimonia di inaugurazione si attovaglierà al Padiglione Italia. Che, dopo il mare di polemiche sui costi e soprattutto sui ritardi, il commissario Diana Bracco assicura essere ormai in dirittura d'arrivo. «Difficoltà ce ne sono state e adesso stiamo correndo - ha assicurato ieri presentando le opere d'arte che faranno parte del percorso - Ma siamo già agli allestimenti e i visitatori troveranno tutto pronto». A far fede il tweet di Italcementi che già lunedì annunciava la collocazione dell'ultimo dei 750 pannelli, 2mila tonnellate di uno speciale cemento biodinamico creato apposta da quindici ricercatori del laboratorio di Bergamo («complimenti a Pad.Ita 2015, struttura esterna completata»). A non essere pronti, come ha già spiegato il commissario Expo Giuseppe Sala, saranno l'auditorium e le aree destinate a uffici e servizi. Con la stessa Bracco costretta ieri ad ammettere che «qualche difficoltà c'è ancora nel Cardo», la strada dedicata all'Italia e alle sue regioni. Soprattutto nella parte sud. «Nessun problema», invece, per gli extracosti fatti lievitare da Italiana costruzioni per recuperare il tempo perso da 63 a 92 milioni di euro. «Saranno coperti dai 50 milioni di euro messi dagli sponsor per pareggiare il conto».

Per il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni «questa straordinaria porta dell'Expo che sarà il Padiglione Italia, dovrà parlare di bellezza, capacità e innovazione. Dell'arte e della cultura che fanno di noi un Paese unico al mondo». A rappresentarla sarà Vanessa Beecroft (madre italiana e padre britannico) che il direttore artistico Marco Balich definisce una vera e propria celebrity con casa a Los Angeles ed è venerata in tutto il mondo. Sua la Jennifer Statuario , ricavata dal calco preso dal vero dalla sorella e che lei stessa ha definito «una crocifissione al femminile tratta dall'immagine iconica del Cristo sulla croce che rappresenta l'amore di un uomo». Una statua capovolta «senza testa e non decapitata» su una colonna, legata con normali corde da trasporto e circondata da quattro blocchi di cava di marmo rivestiti di cera blu. Una «donna molto profonda che ha capito l'importanza di esserci» dice la Bracco, aggiungendo che sul suo compenso si sta discutendo con la gallerista. A dialogare con la sua opera una statua del I sec d.C. in arrivo dagli Uffizi: Hora dea dell'autunno con un paniere di pere, noci e melograni. E poi una Vucciria di Renato Guttuso del 1974 prestato dal Rettorato dell'Università di Palermo, Il genio futurista , un enorme arazzo di Giacomo Balla dalla collezione di Laura Biagiotti e Trapezhoporos , un sostegno di mensa in marmo dipinto del IV sec a.C. con due grifoni che mangiano una cerva ed è conservato al polo museale di Santa Maria del Popolo ad Ascoli Satriano. Un reperto archeologico trafugato, venduto al Getty Museum e poi recuperato dal comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio e del ministero dei Beni culturali. Attesissimo L'ortolano dell'Arcimboldo in arrivo dal museo Ala Ponzone di Cremona a rappresentare il guardiano dell'orto. Con chiare allusioni sessuali maschili a rappresentare la fecondità (dell'uomo e della Terra).

Il tema ispiratore dell'Expo.

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