Cronaca locale

Palazzo Marino chiederà i danni ai devastatori: «Città sfregiata»

Cristina Bassi

La lista dei danni è lunga 32 pagine. All'udienza preliminare del nuovo processo contro i No Expo il Comune presenta il conto a chi è accusato di aver devastato la città il Primo maggio 2015. E non ci sono solo i muri imbrattati e i semafori sradicati. C'è soprattutto «l'enorme impatto negativo sull'immagine» di Milano nel mondo. Ci sono i titoloni e le immagini del centro «a ferro e fuoco», il «grande clamore mediatico».

Le cifre messe in fila dall'avvocato di Palazzo Marino Maria Rosa Sala sono milionarie. Il processo è una fotocopia di quello che ha già superato l'Appello contro quattro anarchici italiani. Questa volta alla sbarra ci sono cinque antagonisti greci, mai estradati, difesi dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini. E un ragazzo italiano, tuttora irreperibile. La contestazione più grave è di devastazione e saccheggio, la stessa che in secondo grado è caduta per i quattro «vecchi» imputati. Ieri a chiedere di costituirsi parte civile, e quindi un risarcimento in caso di condanna dei sei No Expo, davanti al gup Ezia Maccora c'erano appunto il Comune e il ministero dell'Interno. Assente rispetto al passato procedimento Unicredit (mentre l'altra volta il grande assente fu proprio Palazzo Marino). Toccherà al giudice decidere se accogliere le istanze di costituzione, si prosegue il 31 gennaio. Il Viminale ha formulato una prima ipotesi di indennizzo per danni patrimoniali e non di 300mila euro, i legali comunali non hanno anticipato una richiesta in cifre.

Hanno però specificato che la guerriglia urbana ha visto «numerosissimi danneggiamenti e incendi». Sono stati necessari «interventi di emergenza» per «ripristinare l'immagine della città quale sede di Expo», come riparare le strade, «ripulire alcuni immobili» e «sostituire i cartelli stradali», lampioni e cassonetti. Oltre a organizzare la manifestazione del 3 maggio, quando i cittadini scesero in piazza per ripulire il centro, e a sostenere gli «ingenti costi» per l'Expo vera e propria. Non solo. I devastatori avrebbero mandato in fumo anni di attività di promozione della città a livello internazionale «per una spesa complessiva di almeno 8 milioni di euro nel periodo 2006-2011».

Solo alcuni esempi: 700mila euro per «pubblicazioni nelle principali lingue del mondo», 1 milione e 250mila euro per il sito «Portale del turismo», 5 milioni per la partecipazione alle «principali manifestazioni fieristiche a livello mondiale e nazionale».

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