Cronaca locale

A Palazzo Reale la fotografia di James Nachtwey contro la guerra

Dal 1 dicembre al 4 marzo a Palazzo Reale la mostra del fotografo americano James Nachtwey racconta e condanna senza censure 40 anni di guerra

A Palazzo Reale la fotografia di James Nachtwey contro la guerra

Memoria, questo è il titolo della mostra di James Nachtway allestita a Palazzo Reale fino al 4 marzo.

Di memorie in effetti il celebre fotografo americano ne ha molte, ricordi di realtà che la maggior parte delle persone può conoscere solo attraverso gli occhi di chi, come lui, ha dedicato la propria vita al racconto del dolore, dell’ingiustizia e della guerra.

Curata da Roberto Koch e dallo stesso fotografo, con il supporto del Digital Imaging Partner Canon, Memoria è la più vasta retrospettiva sul lavoro di un fotografo che, come egli stesso sostiene, ha intrapreso una difficile professione senza nessun particolare talento, spinto solo da una forte convinzione: quella che attraverso l'informazione sia davvero possibile cambiare le cose.

Massimiliano Ceravolo, Professional Imaging & Marketing Consumer Director di Canon Italia ha commentato: “Sostenere questo straordinario appuntamento è per Canon una nuova occasione per dimostrare il proprio impegno al fianco dei professionisti e per il sostegno dello sviluppo della cultura dell’imaging in Italia. Nel caso specifico di questa mostra personale desideriamo mettere in luce la fotografia quale media straordinario per raccontare le verità del nostro tempo. Il lavoro di James Nachtwey rappresenta uno strumento di lotta e di impegno civile. Sono incredibilmente significative le sue parole secondo cui una fotografia, che riveli il volto vero della guerra, sia quasi per definizione una fotografia contro la guerra”.

L’esposizione rappresenta la prima tappa di un tour che toccherà le più importanti realtà museali a livello internazionale ed è organizzata in diciassette sezioni con 200 immagini, per offrire ai visitatori una selezione dei più significativi reportage del fotografo statunitense.

A introdurre l’apertura della mostra nelle scorse settimane si sono svolte due Lectio Magistralis presso l’Accademia di Brera di Milano e l’Università IULM: la prima tenuta da Roberto Koch, curatore dell’esposizione insieme a James Nachtwey; la seconda da Franco Achilli, ideatore del design di allestimento e della comunicazione dell’esposizione. Questi appuntamenti rientrano in un programma formativo di Canon Italia, che offre delle ‘Reflection’ agli studenti di diverse scuole italiane con l’obiettivo di far conoscere alle nuove generazioni il mondo del fotogiornalismo e avvicinarle ai poliedrici valori della fotografia.

L’ultima e conclusiva Lectio Magistralis si è tenuta l’1 Dicembre con James Nachtwey stesso. “Io in genere vado verso ciò da cui tutti gli altri scappano” ha detto il fotografo, intervistato da Roberto Koch. Ecco perché i suoi sono scatti senza filtri, diretti e indelicati. Sono il racconto della verità, di esperienze realmente vissute in prima persona: da El Salvador a Gaza, dall’Indonesia al Giappone ma anche Romania, Somalia, Sudan, Rwanda, Iraq, Afghanistan e Nepal fino alla straordinaria testimonianza dell’attentato dell’11 settembre 2001 a New York e il reportage sull’immigrazione in Europa.

In un mondo dove la guerra è la più grande industria, “un'industria infernale” che si nutre soprattutto di indifferenza, gli scatti di James Nachtwey, le sue memorie di una vita vissuta da testimone oculare della storia, sono senza dubbio l'arma più potente.

Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, la mostra ha come Media Partner La Repubblica e come Digital Imaging Partner Canon ed è realizzata con il supporto di Fondazione Cariplo e Fondazione Forma per la Fotografia.

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