Cronaca locale

Il papà, un locale in crisi e la promessa mantenuta

L'attività era in ginocchio per il cantiere infinito. E ora Piersergio scrive alla figlia: "Ce l'ho fatta"

Il papà, un locale in crisi e la promessa mantenuta

«Io ce l'ho messa tutta e ho mantenuto la promessa». Piersergio parla alla figlia ma in realtà fa i conti con se stesso. «È stata dura, durissima, convivere con questa immagine. Ora è un ricordo lontano. Resta qualche lacrima ma ora siamo più forti». Piersergio non si fa sconti ma può guardarla negli occhi con l'orgoglio di chi ha fatto il suo dovere. Di fronte alle difficoltà economiche, sotto il cielo delle incertezze, lui e Francesca hanno lavorato sodo, non si sono persi d'animo.

Lei, la piccola Sofia, di questa storia è la protagonista ma ancora non la conosce fino in fondo. L'ha vissuta senza patirla. Come un temporale visto passare da un posto sicuro. E quel locale di mamma e papà in viale Abruzzi, non c'è dubbio che fosse il posto più sicuro del mondo. Il posto giusto dove giocare. E dove riposare.

Piersergio è nato a Ragusa e cresciuto a Mantova. Il padre è un agente di commercio e lui da piccolo gli fa già da spalla. Dopo gli studi arriva a Milano. Non conosce nessuno, non ha «agganci», solo tanta voglia di fare. «Non avevo una valigia di cartone ma si sogni». Pensa a un'azienda nel settore delle nuove tecnologie. Francesca è responsabile Italia-estero di un'azienda importante. Ma lei sogna qualcosa di suo, ne parlano, un po' per scherzo, nel corso della prima vacanza insieme. Poi diventa un progetto serio. Francesca lascia il suo posto fisso e si tuffa a capofitto nella nuova impresa, la piadineria di viale Abruzzi che è soprattutto sua, mentre il marito - intanto si sono sposati - si occupa soprattutto dell'attività della sua azienda, che costruisce siti internet (oggi anche per clienti importanti). «Non pensavamo di diventare dei giganti» racconta Piersergio, ma il locale viene avviato con attenzione per i dettagli e con passione. I clienti sono coccolati grazie a prodotti scelti con cura. «Francesca si è spaccata la schiena, ha una propensione al sacrificio che è pazzesca» racconta Piersergio. Questa nuova avventura parte con un colpo di sfortuna: dopo 4 mesi il palazzo deve rifare la facciata e un'impalcatura lo nasconde per 10 mesi. Ma va. Ci sono due dipendenti, un full time e un part time. Alla fine del 2009 la crisi economica generale comincia già a farsi sentire. E lascia il segno sulla pelle di tanti commercianti. Ma intanto è arrivata la novità più bella e attesa: nel 2010 nasce Sofia. Quando parla di lei, a Piersergio brillano gli occhi, come nella foto in cui la piccola tiene in mano una bella bambola colorata.

Nel 2011 però arriva un brutto colpo. Vengono decisi lavori per far passare i mezzi pubblici al centro della strada. Il viale è ingabbiato, invivibile. E soprattutto il cantiere non finisce più. Per meno di 2 km i lavori durano quasi 3 anni, fino alla primavera 2014. «È cominciato l'inferno. Abbiamo visto tutto andare giù». Provano a reggere, poi a settembre 2013 sono costretti a fare a meno dei collaboratori. Tutto deve essere ripensato. La giornata viene riorganizzata così: Piersergio continua col suo lavoro in orario d'ufficio, alle 12 va da Francesca fino alle 15. Alle 18 e 30 tornano insieme fino alle 23. «All'inizio c'era anche l'euforia di stare insieme nonostante le difficoltà». Expo è un'altra mazzata, con i biglietti serali scontati.

E Sofia? La sera c'è anche lei. Disegna, gioca. Un giorno prende uno scopettone in mano e si mette a pulire. Ha ancora il ciuccio. A volte si addormenta in un lettino. E una di queste sere Piersergio scatta una foto. E, per dirlo a se stesso, le dice: «Dormi, amore mio, vedrai passerà, ce la metterò tutta e tu sei bravissima». Piersergio e Francesca sono uniti e ce la mettono tutta, lei non meno di lui. Non è facile, non mancano i momenti duri. Ma passa davvero. I cantieri vengono smontati. Si comincia a respirare. «Finito Expo abbiamo fatto +40%» racconta. E due anni dopo il papà può scrivere alla sua Sofia: «Ho mantenuto la promessa». E oggi può dire: «Siamo un piccolo esempio forse». Per gli altri.

E per Sofia, che un giorno saprà e sarà grata al suo papà.

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