Cronaca locale

Il parco giochi è ostaggio di bande sudamericane? Il Municipio lo smantella

Arriva la drastica soluzione per via Nervesa: scivoli e tavoli di legno saranno eliminati

Luca Fazzo

Via tutto: i chioschi, i tavoli di legno, la fontana. É una resa dolorosa quella che si prepara per il piccolo parco di via Nervesa, al Corvetto. Uno spazio verde nato per la socialità è stato inghiottito dal degrado, trasformandosi nel quartier generale di pandillas e spacciatori, diventando rapidamente off limits per gli utenti per i quali era stato pensato: i bambini, gli anziani, le famiglie. L'utopia di uno spazio utilizzabile anche per eventi, picnic e piccole feste si è scontrata con l'inciviltà dei suoi frequentatori. Così il Municipio 4 ha preso pragmaticamente atto che per restituire il parchetto ai cittadini non c'è altro da fare che rinunciare all'utopia e radere al suolo tutto. Altrimenti, appena restaurato, il parco ripiomberebbe nel degrado.

Così il progetto di recupero del parco prevede l'eliminazione di tutte le strutture fisse che in questi anni hanno fatto da copertura per le spinellate e le ubriacature di gruppo. Resteranno il verde, i vialetti, le panchine, la fontanella, forse un'area cani. Ma tutto il resto verrà demolito. Al via mancano solo i finanziamenti che dovrebbero arrivare con il Pto, il piano triennale delle opere, ma potrebbero anche venire anticipati in parte con i fondi del «bilancio partecipativo». Poi arriveranno i giardinieri e le ruspe.

Non era nato sotto una buona stella, lo spazio verde di via Nervesa. A realizzarlo, come scomputo degli oneri di urbanizzazione, erano state le cooperative che sulla vecchia area industriale tra corso Lodi e la ferrovia avevano realizzato una torre e un palazzo. Ben progettato, ben realizzato, il parchetto doveva essere inaugurato a Pasqua del 2002, ma era rimasto chiuso al pubblico per oltre un anno per una lunga serie di intoppi burocratici (dai mancati allacciamenti elettrici al collaudo dei pompieri). Ma prima ancora dell'inaugurazione era iniziato il degrado. Scavalcando la bassa recinzione metallica sconosciuti si impadronivano delle strutture appena realizzate e le vandalizzavano. Bottiglie, avanzi di spinelli e siringhe riempivano gli scivoli per i bambini mai utilizzati.

La situazione era migliorata con l'apertura al pubblico, ma solo provvisoriamente. Il parco è presto tornato ad essere il punto di ritrovo delle bande di giovani e giovanissimi, quasi tutti di origine sudamericana, che gravitano nella zona e in particolare intorno alla discoteca di via Masserani. E il degrado ha progressivamente ripreso il sopravvento, al punto di estromettere quasi del tutto i cittadini «normali» e fino a diventare teatro di regolamenti di conti a base di coltello e persino di machete tra bande rivali Ora il Municipio 4 si rassegna. Peccato, dicono in zona.

Ma l'unica possibilità per riportare il parchetto alla sua vocazione originaria era una sorveglianza fissa contro vandali e bande criminali: e per questo manca il personale.

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