Cronaca locale

Al parco come in palestra Dopo ginnastica e corsa le lezioni di arti marziali

Al parco come in palestra Dopo ginnastica e corsa le lezioni di arti marziali

Muniti di bastoni, spade, sciabole e rossi ventagli, appena c’è uno sprazzo di bel tempo tornano ad allenarsi tra l'Arena civica e la Biblioteca di parco Sempione, come da tre anni a questa parte, i praticanti di arti marziali. Corso in trasferta all'aperto? Solo in parte, perché in realtà può unirsi chiunque in corso d'opera: una stretta di mano, 10 euro e pratichi. Gratis la prima lezione. Il prezzo di un drink al vicino Bar Bianco, ma con vantaggi superiori. Nel breve, un'ora di attività psicofisica di ottimo livello, nel tempo, un corpo di marmo.
«In Cina è normale allenarsi all'aperto, in un parco, in una piazza - spiega Nicoletta Russello, presidente dell'Associazione "Dong Fang Lei" (che in italiano significa "il tuono dell'oriente") -. Alla gente piace stare insieme, nessun problema a essere guardata, mentre agli italiani dà fastidio e si trovano meglio negli spazi chiusi, in palestra. Abbiamo così dovuto costituirci in associazione per avere dal Comune uno spazio in affitto, un centinaio di metri quadrati dentro l'Arena, in cui ci alleniamo d'inverno tre volte alla settimana». D'estate, invece, tutti al parco. E tanta la gente che guarda. «Il parco è libero, nessuno ci ha mai detto nulla, solo qualche vigile ha controllato all'inizio le armi, per poi lasciarci subito alle pratiche».
Capitanate da Xu Zaining, il maggiore dei due fratelli cinesi che lavorano nell'associazione, trent'anni di attività, campione nazionale in Cina e un titolo ai mondiali, per esibizioni di forme a mani nude e con armi. Parla in cinese, ma tutti gli allievi lo capiscono, uomini, soprattutto, tra i trenta e i quaranta anni, di ogni estrazione. «Capire un movimento non vuol dire capire quel che dice un maestro - puntualizza Russello - ma saperlo fare, capire con il corpo, prima che con la testa, che spesso è persino un limite».
Questo il motivo per cui i giovanissimi son pochi: «Non hanno pazienza, vogliono subito combattere - continua Russello, grecista e insegnante di lettere al Tito Livio -. Mentre la pratica esige rigore, costanza, tempo». E persegue uno scopo principe, che è sapersi difendere, piuttosto che offendere. Per gli esperti, gli stili che qui si insegnano, all'ombra di tre castagni, sono il Baguazhang, lo Xing Yi Quan, il Taiji Tang Lang: tre tecniche efficacissime per l'autodifesa. Per tutti gli altri, solo tre nomi impronunciabili. Sono comunque i cosiddetti «stili interni» delle arti marziali cinesi, quelli in cui l'efficacia di un colpo non dipende dalla forza fisica, ma deriva da forze attivate da tutto il corpo, per convergere in un unico punto e colpire. Mentre gli stili cosiddetti «esterni», sono quelli più acrobatici, quelli in cui si rompono anche oggetti con le mani. Da metà maggio gli allievi si incontrano al parco tutte le domeniche dalle 10,30 alle 12, mentre da giugno si aggiungono altri due date: il lunedì e mercoledì, dalle 18,30 alle 19. E per qualche ora anche il severo rigore meneghino viene spezzato dai movimenti e dai colori che arrivano dalla plurisecolare tradizione orientale.

Se proprio non sembrerà di essere a Pechino di certo qualcuno immaginerà di essere a New York dove le lezioni di arti marziali all’aperto sono diventate parte del paesaggio.

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