Cronaca locale

Parisi va di corsa: dopo due settimane è già incollato al Pd

Esce il primo sondaggio sul voto e il candidato di Fi, Lega, Fdi e Ncd è soltanto a 5 punti da mr Expo: «Confrontiamoci ma no ai match»

Chiara CampoLancia una campagna (per ora) all'insegna del fair play. Stefano Parisi invita Beppe Sala ad un confronto pubblico «che non deve essere un match, può essere utile anche per lui e me per scambiarci idee». In campagna «basta scontri violenti e delegittimazioni che possono essere un boomerang, dobbiamo riportare gli elettori alle urne». Solo «il 60% oggi alle urne è una sconfitta della democrazia». Ma è il colonnello di Fdi Ignazio La Russa, ieri al suo fianco con gli altri big della coalizione - Mariastella Gelmini (Fi), Matteo Salvini (Lega) e Maurizio Lupi (Ncd) - per il lancio della candidatura, a ricordare che lo sfidante del centrosinistra «si è già sottratto a un confronto a Porta a Porta, se comincia ad avere da fare per sfuggire ai confronti con i cittadini, per noi la strada è in discesa». E il primo sondaggio sulle Comunali, realizzato da Affaritaliani.it in collaborazione con l'istituto Termometro Politico su 4mila potenziali elettori dice che Renzi e Sala non possono dormire sonni tranquilli: il candidato Pd è davanti con il 41% dei voti ma Parisi, in campo solo da due settimane, è già incollato con il 36,5%, dietro Patrizia Bedori del Movimento 5 Stelle (14%) e Corrado Passera al 3%. Anche Parisi osserva il dato con «meraviglia, io sono appena arrivato, credevo che Sala fosse più avanti». Da Milano, avvertono i leader, può partire «lo sfratto al governo Renzi». Parisi minimizza per restare concentrato sulla conquista di Palazzo Marino: «Non esageriamo, se vincerò sarò sindaco di Milano».Il candidato del centrodestra sceglie lo slogan «io corro per Milano» (che Lupi declina con «il candidato che farà correre Milano») ma ripete uno slogan dell'ex sindaco Gabriele Albertini, di cui è stato city manager e che spera di coinvolgere in giunta un super-assessorato in giunta. «Sarò anche un amministratore di condominio, con la stessa pignoleria gestirò le buche nelle strade e le grandi opere in centro». Fair play, ma non risparmia tre frecciate agli avversari. Il prima è per Sala. «Letizia Moratti - ricorda - ha difeso Expo con le unghie e i denti e non è stata neanche ricordata dal commissario Expo all'inaugurazione, a malapena si sono ricordati di invitarla». La seconda è per Passera, definisce «una stupidaggine» la sua campagna sulla sicurezza basata su slogan tipo «ti rubano la casa? Basta con la sinistra». E a vicesindaco Francesca Balzani, ex candidata alle primarie che giorni fa lo ha ripreso per aver parlato del Patto di stabilità che è stato cancellato a partire dal 2016, ribatte: «Mentre i ragionieri che stanno in giunta a Palazzo Marino vanno a controllare che la parola Patto di stabilità non esiste più, a Milano dal 2011 è raddoppiata la pressione discale e abbiamo perso 700 milioni di trasferimenti. Dobbiamo riprendere la leaderdship nel confronto con il governo, la giunta Pisapia ha abdicato a questo ruolo».La Gelmini sarà capolista di Fi e lancia l'hastag #salanonstaresereno, «non sarà una passerella, siamo qui per rimanere 5 anni». La Russa cede la testa di lista al consigliere e ex vicesindaco Fdi Riccardo De Corato, Lupi non ha deciso ma va verso la guida di una lista centrista (senza il logo Ncd ma con il nome di Parisi nel simbolo, si chiamerà Area Popolare o Milano Popolare), E sarò capoista della Lega Salvini. che annuncia la «rottamazione degli autovelox che servono solo a fare cassa, stop alle multe selvagge, vigili sulle linee a rischio invece che a fare gli esattori di Pisapia o Sala».

Si augura che mister Expo «non stia ancora usando soldi per la campagna, ho questo sospetto» e che ci siano confronti tra Sala e Parisi «anche sulle tv pubbliche».

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