Cronaca locale

Patto tra anarchici e abusivi Nuova rivolta anti sgomberi

Irregolari allontanati al Lorenteggio, arrivano i centri sociali Sassaiole contro la polizia e immondizia rovesciata in strada

Lucilla, a occhio e croce 55 anni ben portati, corre veloce verso casa, imbastendo a voce alta una serie di improperi irripetibili. Abita in via Odazio, in un appartamento Aler al Lorenteggio, a due passi da piazza Tirana e dalla stazione ferroviaria di San Cristoforo, la signora. E ha lasciato in fretta e furia il posto di lavoro per tornarsene a casa quando ha saputo che proprio sotto casa sua c'è una vettura con i vetri spaccati. «Maledetti centri sociali, non hanno altro da fare? Adesso devo correre a nascondere la mia di macchina. E dove la metto, da dove passo?» urla la donna. Un'altra le si avvicina, speranzosa di farsi confortare: «Sai Lucilla? Hanno minacciato di uccidermi, di farmi fuori...». Due vicine, però, le si parano davanti e intimano minacciose: «E smettila, piantala di attizzare carboni già ardenti!». Così la poveretta si volta, ci guarda e grida a sua volta: «Io il mio nome non gliel'ho mai detto, capito?». E Lucilla: «Neanch'io, ho una madre anziana sa?».

Inteso. La polizia ieri mattina intorno alle 8.30 ha iniziato a sgomberare in zona, in via degli Apuli 6, una famiglia di marocchini abusivi: marito, moglie con un figlio minore e un adulto. E alle 9 sono cominciati ad arrivare gli anarchici dei centri sociali Rosa Nero-Corvaccio, dello Zam, il comitato «Case San Siro» con un primo presidio. Tra le 10.30 hanno raggiunto il culmine e sono diventati un'ottantina. Trascinandosi dietro un lenzuolo bianco sul quale campeggiava la scritta «La casa è di chi la abita. Aler, il degrado siete voi», armati di uova, sassi, pezzi di vetro, pietre, ma anche di un'enorme quantità di spazzatura dal fetore penetrante, si sono scontrati con le forze dell'ordine più volte per contrastare lo sgombero (un poliziotto è rimasto contuso al volto). Insieme a loro un gruppo nutrito di zingari che, restando ai margini degli scontri ma ben piantati sul marciapiede, hanno insultato i giornalisti.

«Ma è possibile che sgomberino solo gli arabi, i musulmani? Le case o le danno a tutti o lasciano fuori tutti...Insomma, è una vergogna che ci siano tanti alloggi sfitti e l'Aler dovrebbe vergognarsi e rivedere la propria politica. Gli anarchici? Non hanno tutti i torti» filosofeggia una donna con i capelli rosso fuoco che, attaccata alla sigaretta come un bimbo a un biberon, non si vergogna affatto di «fare l'abusiva da anni». Cosimo F., 65 anni, insegnante di clarinetto al conservatorio in pensione e ora maestro privato, difende la madre. Che ha 93 anni, abita una casa Aler della zona come invalida di guerra, ma ha sempre pagato l'affitto. «Gli abusivi - dice indicando gli stranieri - o s'inseriscono e rispettano le leggi, pagando l'affitto, o se ne vanno». Quindi corre dalla mamma in fretta perché tira una brutta aria al Lorenteggio. A sgombero finito il cielo è grigio, minaccia pioggia e sulla zona si allunga un silenzio sinistro che fa intuire come non sia finita lì: gli anarchici, anzi, l'«area più dura dell'anarchia milanese» come sottolineano alla Digos, restano in zona. Con un gazebo in piazza Tirana promettono: «alle 18 ci muoviamo». Intanto la zona sembra un campo di guerra. Strade e marciapiedi sono ridotti a letamai, pieni di immondizia. Già le deiezioni dei cani sono ovunque e hanno dimensioni umane.

In zona Rubattino intanto le famiglie di uno stabile ieri si sono svegliate con 21 box danneggiati: nel quartiere si pensa si tratti di una ritorsione contro chi aveva denunciato degrado e abusivismo.

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