Cronaca locale

«Il patto sui profughi? Per me è soltanto un ricatto ai territori»

Il primo cittadino di San Giuliano non ci sta «Non tocca a noi smistare i richiedenti asilo»

Marta Bravi

Marco Segala, sindaco di San Giuliano Milanese, che conta 38mila abitanti, è stato eletto meno di un anno fa per Forza Italia. Sindaco lei firma?

«No, non firmo e non andrò nemmeno in Prefettura giovedì».

Ci spiega perché?

«Siamo stati convocati a metà marzo in Prefettura e poi come singole zone omogenee: il Prefetto Lamorgese ci ha illustrato il protocollo. A San Giuliano dovrebbero arrivare 104 profughi».

La spaventa?

«È tutto l'impianto che mi ha lasciato perplesso».

Si spieghi meglio...

«Gli immobili di proprietà comunale sono stati venduti a una società in house, che poi è fallita. Sono sotto il curatore fallimentare. Noi abbiamo addirittura difficoltà a ricomprarci le scuole...»

Cosa vi è stato risposto?

«Fate un avviso tra i privati che hanno immobili sfitti per ospitare i richiedenti asilo. Ma il sindaco non deve fare l'agente immobiliare».

La collaborazione prevista dal protocollo dà la facoltà ai sindaci di individuare gli edifici e le aree del Comune più idonee per l'accoglienza.

«Ma il sindaco non deve individuare le strade, a seconda di quanto sono chic o meno, per distribuire i richiedenti asilo. Mi sembra veramente una follia».

In quei Comuni che non aderiscono al patto il Prefetto ha la facoltà di sequestrare caserme e stabili demaniali per destinarli all'ospitalità.

«Ma noi non ne abbiamo sul territorio e comunque non serve a nulla».

In che senso?

«La Prefettura ha fatto un accordo con le cooperative per i Cas, i centri di accoglienza straordinaria e ci mette i profughi. Io ho scoperto che nel mio Comune ospitavamo 49 migranti. E io non lo sapevo. La Prefettura tramite il bando per i Cas scavalca le amministrazioni e non avverte nemmeno dell'arrivo di queste persone. Che i prefetti si prendano le loro responsabilità. Noi abbiamo tanti stranieri sul territorio da aiutare, non abbiamo bisogno di altro.

In che senso?

«Il Protocollo della Prefettura prevede solo l'individuazione di un luogo dove ospitare i migranti, non c'è alcun tipo di progetto per queste persone che, infatti, finiscono sulla strada a chiedere l'elemosina. Le 50 persone che sono da noi vivono per strada».

Ai Comuni che firmano il protocollo viene dimezzata la quota di profughi da ospitare

«Ma questo è un ricatto! Se non aderiscono al patto, mi mandano la quota intera stabilita da Anci e Governo. È un ricatto».

È preoccupato?

«Sono preoccupato per il fatto che il Governo continua a occuparsi di problemi che arrivano da lontano, comunque di portata internazionale e non si occupano dei problemi del territorio»

In sintesi?

«Non firmo e non andrò nemmeno in Prefettura ma voglio lanciare un coordinamento dei sindaci che non hanno firmato per esprimere la nostra posizione in Prefettura».

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