Cronaca locale

La paura lungo il Naviglio: «Qui non si vede la polizia»

Stupri e rapine, sale la tensione tra i milanesi che frequentano la zona Domenica prossima una corsa aperta a tutti per riprendersi il quartiere

La 18enne stuprata la mattina del giorno di Halloween da uno spacciatore in via Bocconi. La 40enne picchiata e sfregiata con un vetro su viso e corpo da un branco, mentre fa jogging lungo il Naviglio Grande. Due aggressioni in tre giorni non è un dato rassicurante. Nel primo caso la vittima aveva un appuntamento con il suo aggressore, nel secondo la violenza e l'umiliazione sono arrivate per mano di sconosciuti. In uno spazio concepito per essere luogo di sport e di vita all'area aperta, che però già negli anni scorsi ha finito per far parlare di sé anche per fatti di cronaca. Aggressioni, rapine. L'ultima, quella di tre giorni fa, alle 13.3', in pieno giorno. Ma i milanesi non sono gente abituata a tirarsi indietro: se un'area urbana è fatta per correre, rivendicano il diritto a fruirne in sicurezza. Davanti ai campanelli d'allarme, fanno sentire la loro voce. Per questo domenica per prossima hanno organizzato, con l'aiuto del Road Runners Club , una corsa alla quale sono invitate a partecipare soprattutto le donne: si parte alle 12 davanti alla Canottieri Milano (il circolo di cui la 40enne aggredita è cliente) e si arriva - correndo, a piedi o in bici - fino alla fontanella del parco ex Pozzi dove si è consumata l'aggressione.

Del resto anche ieri pomeriggio la lunga corsia ciclopedonale che collega Milano a Corsico era frequentata da parecchi runners, molte delle quali donne. «So di quanto accaduto, ma vengo qui da anni a correre, da quando non c'era neanche una corsia asfaltata ma era tutto sterrato, e intendo continuare a venirci», dice Sabina, coetanea della donna aggredita, risoluta nella sua tuta tecnica rosa e nera. Sulla stessa la 27enne Laura, t-shirt rossa e pantaloncini corti: «So che ci sono dei pericoli, ma questo vale anche per altre situazioni, perciò continuerò a venire».

C'è anche qualcuno che di quello che è successo non sa nulla, ma la maggior parte è informata. Anche perché i precedenti non mancano. Solo 15 giorni fa un insegnante del circolo Canottieri Milano è stato rapinato dell'orologio. Guidava la sua auto in via Ludovico il Moro, una moto gli si è parata davanti bloccandogli il passaggio. In sella, due uomini con il casco: si sono fatti dare l'orologio, poi una sgommata e sono ripartiti verso Corsico. Ma se i controlli delle forze dell'ordine dal lato di via Ludovico il Moro ci sono, dall'altra parte è più difficile, perché la strada è chiusa al traffico. In alcuni punti, di fatto, si può passare solo a piedi o in bici. E che a frequentarla non siano solo gli sportivi lo raccontano le tante lattine di birra ammassate sopra e sotto i cestini dei rifiuti lungo il percorso.

Due anni fa, dopo diverse denunce di persone aggredite e rapinate sulla pista, i carabinieri arrestarono una banda di quattro nomadi, accusati di aver messo a segno una quarantina di rapine. Ancora prima, tra novembre e dicembre del 2011, la conta arrivava a quindici agguati in due mesi. E i custodi della Canottieri Milano raccontano che da tempo non vedono controlli delle forze dell'ordine da lì in poi, anche se «ci sono molte ragazze che vengono a correre, alle 20, 20.30. E d'estate anche più tardi, anche fino alle 22».

Twitter @giulianadevivo

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