Cronaca locale

Il Pd sfida la Lega col "copia e incolla"

Scambi di accuse su poster simili. E il finale è lo stesso: «Milanese paga e tas!»

Il Pd sfida la Lega col "copia e incolla"

I leghisti hanno quasi il copyright del motto «Milanese paga e tas» (paga e taci), lo usano da anni per contestare le stangate del centrosinistra sotto la Madonnina. Nel 2011 lo sfottò stampato sulle t-shirt distribuite ai gazebo andava a colpire dritta la giunta arancione, colpevole di aver alzato Irpef e biglietto Atm e introdotto pure Area C: «Hai votato Pisapia? Paga e tas». Ora che l'ex sindaco è capolista del Pd alle Europee, si scopre che il Carroccio non ha più l'esclusiva. Con un'operazione da campagna «copia e incolla» i dem hanno ripreso la grafica di un volantino leghista che girava sul web contro i nuovi aumenti Atm, compresa l'immagine del Duomo in testa, e quel finale che (purtroppo per il cittadino) non cambia: zitto e paga.

Il volantino col simbolo del Carroccio riassume la manovra tariffaria della giunta Sala che prenderà il via a luglio: il biglietto singolo Atm salirà da 1,5 a 2 euro (+33%), il giornaliero da 4,5 a 7 euro (+55,6%), l'abbonamento mensile da 35 a 39 euro (+11,4%), quello settimanale da 11 a 17 euro (+50,5%) e il carnet da 10 corse da 13,8 a 18 euro (+30,4%). Slogan: «No all'aumento, i milanesi non sono un bancomat».

Il mini poster con il simbolo del Pd avverte invece che «i milanesi non possono più pagare per la propaganda della Lega. Tante bugie, un pessimo governo». Elenca le «colpe» del Carroccio che da Roma avrebbero effetti su Milano: «Taglia i fondi al trasporto pubblico, fa pagare a Milano i debiti di Roma, boccia i vantaggi del biglietto unico integrato e danneggia un milione di pendolari, provoca la mancanza di duemila medici in Lombardia, cancella Milano dalla candidatura per il Tribunale dei brevetti».

I dem un po' a corto di fantasia hanno cominciato a rispolverare sui social anche i volantini della campagna 2016 per la riconquista di Palazzo Marino con Beppe Sala, le immagini della Milano «com'era e com'è».

Arrivando a spacciare i grattacieli e la trasformazione di Porta Nuova, nata sotto le giunte Albertini e Pisapia, nonostante qualche esponente democratico andasse a incatenarsi in zona Garibaldi contro le ruspe, come una medaglietta di Pisapia.

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