Cronaca locale

"Il Pdl deve riconquistare Milano" La ricetta delle giovani leve

Il centrodestra si conferma più forte nelle province e nella "Lombardia profonda", soffre nel capoluogo. Ecco cosa ne pensano i consiglieri di zona del movimento. E cosa propongono

"Il Pdl deve riconquistare Milano" La ricetta delle giovani leve

Il centrosinistra alle elezioni politiche e regionali ha subito un'altra batosta nella «Lombardia profonda», è vero. Ma è vero anche che il centrodestra a Milano non è andato bene. È stato piuttosto deludente il risultato nel capoluogo, per Pdl, Lega e Fratelli d'Italia. Questa è l'unica consolazione per il sindaco, Giuliano Pisapia. Ed è un campanello d'allarme per lo schieramento avverso, che all'«avvocato rosso» dovrà contendere Palazzo Marino nel 2016. Ma che ne pensano le nuove leve? Sono nei Consigli di zona, si sono impegnati nella campagna elettorale per i loro amici, spesso con successo, e in futuro toccherà anche a loro ribaltare il risultato, per riconquistare un Comune-simbolo.

«Dobbiamo preparare il terreno da subito - osserva Marco Bestetti, consigliere di zona e coordinatore della "Giovane Italia" milanese - tre anni sembrano tanti ma non lo sono. E fra poco più di 12 mesi avremo le Europee. Serve una riflessione molto attenta. Il centrosinistra ha vinto ancora in modo rilevante in città, nella mia zona è andata leggermente meglio ma non mi nascondo dietro un dito». Insomma, è il momento del fatidico «che fare?». «Dobbiamo tornare a parlare alla gente - risponde Bestetti - e non solo in campagna elettorale. Dobbiamo spiegare come stanno male amministrando la città gli altri. Mi è capitato di incontrare molta gente in questi giorni, anche elettori di sinistra, che non conoscevano le scelte di questa giunta. Serve una grande mobilitazione, una comunicazione capillare, uno sforzo che corrisponda a quello enorme fatto nelle istituzioni, che non sempre è conosciuto e apprezzato».

D'accordo con la «ricetta» di Bestetti un altro giovane consigliere di circoscrizione, Gianluca Boari. «Il centrodestra è minoritario a Milano città già dalle elezioni del 2010 - dice Gianluca Boari - Formigoni fu qui superato da Penati. Nel 2011 il Pdl scese al 28% rispetto alla somma Forza Italia-An dei 5 anni precedenti. E arrivò la sconfitta con Pisapia. In queste lezioni il Pdl a Milano non ha superato il 20% e il centrodestra è rimasto dietro di ben 15 punti al centrosinistra. Occorre pertanto ripartire con un'attività sul territorio importante e in grado di intercettare i bisogni reali dei milanesi, priorità per sicurezza e mobilità. Ieri ad esempio in Consiglio di Zona 3 la sinistra ha votato una richiesta al Comune di limitare l'utilizzo gratuito delle strisce blu per i residenti relativamente ad una sola auto per nucleo famigliare».

«Il voto di queste politiche - osserva invece il giovanissimo Gabriele Legramandi, Zona 9 - non è certo un giudizio sull'amministrazione Pisapia, ma sicuramente dimostra che il Pdl cittadino (nonostante sfide importanti come Area c) deve ancora recuperare». «La candidatura di Maroni ha deluso molti moderati e paghiamo anche l'assenza di una leadership forte a livello cittadino, e sui giornali o sulle piazze o nei mercati non si è mai sentita una voce forte di opposizione». Legramandi vorrebbe «un cambio di rotta»: «Bisogna dare risposta all'esigenza di sicurezza delle periferie, parlare delle politiche disastrose di questa giunta nell'urbanistica, spiegare gli sprechi di soldi, i trucchi, i rischi del loro buonismo pericoloso». E poi «ci vogliono volti nuovi ed energie nuove che ripartano dai territori, ascoltino i cittadini e portino nei consigli di zona e in consiglio comunale le esigenze più sentite nei quartieri; per contrastare la pericolosa demagogia e gli ideologismi con cui governa l'amministrazione Pisapia».

Il momento è molto delicato. «In questi giorni - aggiunge Antonio Salinari - mi è stato difficile spiegare a molti il motivo per cui faccio politica a soli 28 anni ma soprattutto il motivo per andare a votare e manifestare la propria preferenza». Ma «la soluzione alla situazione politica attuale - afferma - non è il non voto, tanto meno la protesta della politica di Beppe Grillo. Ora servono progetti e nuove idee. Io sono un politico giovane, e credo nei giovani. Ma non ho cercato di trasferire solo questo messaggio. I giovani ci vogliono ma serve anche competenza e onestà perché non si può amministrare la cosa pubblica improvvisando, a maggior ragione in un' istituzione come la Regione Lombardia che è uno Stato equiparato al Belgio». «La condizione attuale di Milano - questa l'analisi di Marzio Ferrario - rispecchia fortemente il panorama nazionale. Queste elezioni hanno rispolverato una Milano oggi come nel 2011 vicina al mondo di centrosinistra. La sinistra che perde qualcosa in termini percentuali ma tra tre anni si torna al voto e abbiamo poco tempo per riprendere la fiducia di molte persone». «Bisogna tornare in mezzo alla gente casa per casa, porta per porta, raccogliere e capire i problemi delle persone, adoperarsi per risolvere quello che i cittadini ci chiedono».

Ferrario propone anche una linea dura per chi non ha mostrato (virgolettato nostro) «attaccamento alla maglia». Per lui quelli che «hanno tentato la sorte in liste alternative» e «quindi hanno dimostrato forte slealtà nei confronti di un'idea», «devono essere cacciati»

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