Cronaca locale

Periferie, rischio banlieue per la città metropolitana

L'Ambrosianeum descrive la Milano del 2040. Anziani e stranieri, cresce il divario col centro

Periferie, rischio banlieue per la città metropolitana

La città cresce poco e sembra concretizzarsi il rischio di vedere degenerare delle banlieue sul modello francese. Secondo il rapporto Ambrosianeum 2018, nel 2040 la città metropolitana sarà caratterizzata da una Milano sempre più ricca e dalle zone esterne con una concentrazione di anziani e stranieri molto più marcata. I trend sono quelli: per ogni 100 giovani sotto la Madonnina le persone in età da pensione passeranno dai 148 attuali, alle 164 del 2036. Nello stesso periodo il dato per il territorio metropolitano aumenterà da 128 a 187 unità. La percentuale di anziani sull'intera popolazione conferma la tendenza centrifuga di questa parte di popolazione: se oggi rappresentano il 23 per cento dei milanesi e nel 2036 saranno al 24, nelle zone esterne invece i pensionati varranno il 31 per cento contro l'odierno 22. Così come chi è in quiescenza, anche gli stranieri sembrano seguire la stessa strada: se oggi a Milano crescono al ritmo del 28,8 per mille contro il 3,6 degli italiani, fuori dalla metropoli l'aumento è del 40,4 per mille a fronte del 2,8 degli autoctoni. Dal rapporto Agenda 2040 emerge dunque una città metropolitana in cui gli stranieri e gli anziani si concentreranno nelle zone periferiche, proprio come successo a Parigi con le sue banlieue. E anche i dati sui municipi milanesi confermano la direzione: nella Municipio 1, dove i consensi della sinistra sono stati più alti, c'è la minor concentrazione di immigrati. Nel 2 invece, si trova la più alta e probabilmente è per questo che il presidente è il leghista Samuele Piscina. Secondo il rapporto, nel 2040 in quella zona ci sarà uno straniero per ogni italiano. Per presenze segue di poco il 9, anch'esso passato al centrodestra alle ultime elezioni.

La città metropolitana passerà da 3,2 milioni di abitanti a 3,4 e buona parte saranno cittadini stranieri. E sarà la componente cinese a fare la parte del leone. Intanto si sono anche impennate i passaggi di cittadinanza: se i nuovi italiani nel 2012 erano 4mila, nel 2017 ne sono stati registrati 17mila. I nuovi italiani, sottolinea la ricerca della Fondazione, sono talmente tanti da incidere anche sulle statistiche degli italiani che si trasferiscono all'estero: in tanti infatti appena ottenuta la cittadinanza scelgono di partire. Questi dati non sono da ignorare come dice Marco Garzonio, presidente della Fondazione Ambrosianeum: «Dopo le elezioni del 4 marzo Milano è sotto assedio perchè è il prossimo obbiettivo del centrodestra, per questo non deve cadere nelle provocazioni». Ma è un'operazione non facile come ha detto anche la curatrice del rapporto Rosangela Lodigiani: «Se non cambieranno le tendenze, sarà una Milano multiculturale e di anziani».

Secondo Gabriele Rabaiotti, assessore alla Casa del Comune, la questione è anche politica: «La tavolata di sabato scorso ha affermato una possibilità, dicendo che è positivo essere ospitali, essere aperti, essere molti e diversi, ma non sono così sicuro che nella città ci sia consenso su questo modello; allora penso che uno degli elementi di discussione è capire dove stanno le differenze di modelli politici che non sono più destra o sinistra, ma locale o globale».

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