Cronaca locale

Il piano per riaprire i Navigli (ma con 400 milioni di euro)

In commissione urbanistica arriva lo studio sulle vie d'acqua Il vicesindaco De Cesaris: «Un progetto di valenza internazionale»

Milano come Venezia. Sette virgola sette chilometri di città in cui l'acqua ritorna a scorrere come nel 1800 attraverso una spesa di 406,9 milioni di euro per la riapertura dei navigli lombardi, votata al referendum da 440 mila cittadini.

Lo studio è stato presentato ieri in commissione Urbanistica dall'architetto Antonello Boatti, docente nella facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, insieme al vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, all'assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza, e al presidente di commissione Roberto Biscardini.

Immaginatevi via Melchiorre Gioia, via San Marco, via Fatebenefratelli, piazza Cavour, via Senato, via Santa Sofia, via Molino delle Armi, via Conca del Naviglio fino alla Conca della Viarenna diventare un corso d'acqua, battuto da imbarcazioni che possono contenere solo 36 persone, e immaginatevi palazzi come quello dell'Archivio di Stato oppure l'Università Statale che tra dieci anni potrebbero specchiarsi sull'acqua, grazie ad un'opera ciclopica in cui il sistema di scavi non andrà mai a toccare la prima falda freatica.

«Si tratta di un progetto di valenza internazionale che deve essere realizzato a settori» ha detto Ada Lucia De Cesaris.

Di «suggestioni» ha parlato l'architetto Boatti, che ha coordinato un progetto di due copiosi volumi, a cui hanno lavorato molti atenei, e che andrà a mettere in moto non solo 140 chilometri di navigabilità in Lombardia ma costruirà con gli anni l'idrovia Milano, Locarno, Venezia, sfruttando sia le acque dell'Adda sia quelle del Ticino.

Si prevede la costruzione di dieci conche, un laghetto in piazza San Marco, due tratti in cui il Naviglio scorre sotterraneo, 200 metri in via Melchiorre Gioia e in via Conca del Naviglio, le acque del Seveso verranno separate da quelle della Martesana che potrà diventare navigabile: questo un primo, abbozzato ritratto di un volto rivoluzionario quanto antico di Milano, presentato alla città il 4 giugno prossimo.

«Milano navigabile significa molte cose. Una rivalutazione delle periferie senza toccare le rete della metropolitana. Subiranno variazioni i percorsi delle linee 61 e 94, ma aumenteranno le piste ciclabili. Vi sarà una naturale limitazione del traffico automobilistico, visto che via Melchiorre Gioia passerà a due corsie e sarà abbellita da una passeggiata. Anche piazza Cavour, un luogo stupendo di Milano caduto in declino, trarrà bellezza da questa trasformazione» ha detto l'architetto Boatti, spiegando come una grande parte della mastodontica cifra di realizzazione possa essere recuperata grazie al fatto che si darà da lavorare a molte persone per un valore di 143 milioni di euro e si è calcolato un innalzamento complessivo dei valori degli immobili per 364,7 milioni di euro.

Recuperi a parte dove si troveranno sì tanti soldi in un momento di crisi? Come in città quale Londra potrebbero essere istituite tasse apposite all'opera, si attingerà a fondi europei, e «se un milanese sacrificasse un caffè al giorno per i suoi navigli» li pagherebbe quasi interamente.

Per ora sono «suggestioni» appunto, un rete liquida di emozioni che Milano accoglie e che saranno possibili solo se tutte le forse politiche della città agiscono in accordo.

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