Cronaca locale

Pisapia le canta al cardinale e minimizza i suoi fallimenti

Il sindaco: «Milano ha un'anima e Tangentopoli è passato remoto» Su Seveso, immigrati, abusivi invita a guardare il bicchiere mezzo pieno

«Milano un'anima ce l'ha, forse deve solo farla conoscere meglio». Giuliano Pisapia approfitta del tradizionale Discorso alla città, alla cerimonia degli Ambrogini 2014, per ribattere a distanza al cardinale Angelo Scola. Nella sua omelia in Sant'Ambrogio, 48 ore prima, Scola aveva invitato Milano a «ritrovare la propria anima» e rivolto un atto di accusa verso una «politica che vive solo di sondaggi» e verso chi insegue ancora quei «miti narcisistici e consumistici della Milano da bere che ha portato a Tangentopoli». Al Dal Verme il sindaco sottolinea che «sembra strano, ma chi è cristiano e crede nell'anima pensa che Milano non ce l'abbia, invece io sì». E aggiunge che «non è più la città di Tangentopoli, quello è un passato remoto. Sono fiero di amministrare Milano, abbiamo fatto tanti passi avanti e dico che bisogno guardarla con occhiali diversi». É anche un modo per marcare la distanza con lo scandalo «mafia capitale» che ha travolto il Comune di Roma? Pisapia ammicca: «É Sant'Ambrogio, oggi parliamo solo di Milano». Non si fa attendere il commento di Riccardo De Corato (Fdi), ex vicesindaco: «Pisapia lascia quasi intendere che Milano sia uscita da Tangentopoli grazie ai suoi sforzi. Sappia che ne è uscita da tempo e non per merito suo». Prima di consegnare le 62 Medaglie e attestati «al valore» a personalità, enti, associazioni, il sindaco fa un attacco velato alla Lega, «Expo non è un totem ma un'occasione per fare uno scatto in avanti e incontrare le altre culture, per vincere sulla paura e su chi specula sulla paura». Invita - o forse spera - che ci si fermi a guardare il bicchiere mezzo pieno della sua amministrazione. Residenti e commercianti contano i danni delle piene del Seveso? Ma «finalmente è partito il piano per risolvere definitivamente il problema». Nelle case popolari è esplosa l'emergenza occupazioni? «Ci sono più di 75mila alloggi dignitosi regolarmente affittati alle famiglie, quelli su cui si accendono i riflettori, come è giusto che avvenga, sono molti, molti di meno. Dal primo dicembre gestiamo direttamente le case del Comune e la situazione migliorerà. Ma nessuno pensi che si possano fare miracoli». Tante famiglie non arrivano a fine mese e quartieri come via Padova, che già vivono sulla pelle la difficile convivenza con gli extracomunitari, sono preoccupati dell'apertura di nuov4 mosche4? «Quest'anno - è il suo bilancio - abbiamo accolto 38mila profughi, Milano è una città aperta a chi viene da lontano, a chi professa altre religioni, a chi ha un'idea diversa di famiglia». Poco dopo sale sul palco Arcigay per ritirare l'Ambrogino: per protesta il leghista Luca Lepore abbandona il palco, non applaudono invece i consiglieri Fdi De Corato e Marco Osnato e il leghista Igor Iezzi, sul palco con la maglietta «no alle moschee». Della t-shirt provocatoria Pisapia commenta: «Ho apprezzato che abbia indossato sopra la giacca». Poche proteste, tanti applausi. All'ex patron dell'Inter Ernesto Pellegrini che ha aperto il ristorante anti-crisi «Ruben» e prepara «un altro progetto sociale per dare lavoro a chi non ce l'ha». All'ad del Milan Adriano Galliani che spera «di tornare a ricevere un Ambrogino per le vittorie del Milan, come avvenne per la Champions». Il bluesman Fabio Treves festeggia la Medaglia con l'armonica. Sul palco il direttore del Giornale Alessandro Sallusti e il suo presidente Gian Galeazzo Biazzi Vergani. Applauditissimi gli eroi locali della legalità: il comitato inquilini di via Abbiati che si difende ogni giorno dagli abusivi, Sanija Osman Ramadan che ha subito ritorsioni per averli denunciati. Fuori dalla sala, uno scambio di battute tra Pisapia e Matteo Salvini sulla possibile candidatura a sindaco della piccola figlia del leader leghista, Mirta.

Una fantasia esclusa categoricamente dalla mamma: «Neanche consigliera di zona».

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