Cronaca locale

Pisapia sdogana il Leonka: affare fatto

Il sindaco è stato di parola. Firmato l'accordo che sancisce lo scambio di immobili tra il Comune e i Cabassi

Pisapia sdogana il Leonka: affare fatto

L'Aveva promesso come regalo di Natale. Nel lontano ottobre 2011 il sindaco aveva annunciato: la regolarizzazione del Leoncavallo sarà il mio regalo di Natale alla città. Promessa mantenuta, con qualche ritardo. Ieri la giunta arancione ha approvato la delibera urbanistica di permuta di immobili. Il primo step, necessario ma ancora non sufficiente per mettere in regola i compagni. La Brioschi Immobiliare, società della famiglia Cabassi ha ceduto al Comune la sede del Leoncavallo, l'ex cartiera di via Watteau 7 occupata abusivamente nel 1994. Palazzo Marino cede in cambio due immobili in disuso: l'immobile di via Trivulzio 18 realizzato nel 2003 con destinazione residenziale ma mai completato e l'ex plesso scolastico di via Zama, abbandonato dal 1990. Per questo secondo immobile il privato si impegna a non insediare funzioni residenziali libere per un periodo di dieci anni e a consegnare uno spazio polifunzionale per il quartiere entro tre anni «destinato a ospitare attività e iniziative socio-culturali, rispondendo così a un'esigenza espressa dai cittadini» spiega l'amministrazione, che aggiunge «la valutazione della permuta è stata effettuata anche sulla base di una perizia rilasciata dall'Agenzia del Territorio».

«Con la delibera sul Leoncavallo, si chiude un'epoca e se ne apre un'altra - scrive Daniele Farina, deputato di Sel e storico portavoce del Leoncavallo -. Vengono consegnati alla città, a costo zero, 5000 mq, di spazio pubblico e attività sociali e culturali. Da settembre, immagino, Milano sarà chiamata a partecipare al percorso di definitivo assestamento delle attività presenti e di quelle che vorranno aggiungersi. Una straordinaria opportunità».

Ora la delibera dovrà essere ratificata dal consiglio comunale. Ma nonostante i consiglieri di opposizione abbiano già annunciato battaglia in aula, i margini di manovra per modificare il testo dell'accordo sono praticamente nulli. Si tratta in sostanza di una delibera «blindata» che la maggioranza approverà da sè. A quel punto si aprirà la vera partita: ovvero dare il Leoncavallo ai leoncavallini. Da Palazzo Marino non spiegano i dettagli dei successivi step, per assegnare lo spazio pubblico, ma si limitano a parlare di «adeguata procedura». Tre le possibilità: mettere a bando il progetto ovvero definire le linee guida del progetto da realizzare nell'ex cartiera, da cucire su misura per quello che gli autonomi, con alcune associazioni e la benedizione di Don Gino Rigoldi stanno preparando da tre anni. Ricorrere alla procedura di progetto d'uso, in sostanza un'assegnazione diretta, oppure mettere a bando l'immobile e assegnarlo al progetto più consono.

«Tutto ciò nel perseguimento dell'interesse pubblico ad acquisire un immobile nel quale sia possibile localizzare- scrive il Comune - in base ad adeguata procedura, progetti in grado di dare risposte efficaci ai bisogni di spazi fruibili per attività creative e culturali che emergono, in particolare, nella fascia più giovane e debole della popolazione».

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