Cronaca locale

Pisapia spegne Expo: «Aperto a mezzanotte? Così si svuota Milano»

Il sindaco frena sul prolungamento degli orari. La replica di Sala: "Teniamo vivo il dibattito". E la Regione attacca per i ritardi sul padiglione

Il rendering di come dovrebbe essere "l'albero della vita" di Expo
Il rendering di come dovrebbe essere "l'albero della vita" di Expo

«Non credo che ci siano le condizioni». E fine. Così il sindaco Giuliano Pisapia smonta l'ipotesi circolata ieri di apertura del sito di Expo fino alla mezzanotte. Una proposta su cui, ha precisato, «al momento non c'è niente di deciso, la valuteremo. Bene l'entusiasmo per l'evento di Rho, commenta Pisapia, ma «evidentemente ci sono dei problemi: sui trasporti, sugli orari di pulizia all'interno e all'esterno del sito» e in generale sugli «orari di Milano». «Non possiamo correre il rischio di svuotare la città e i ristoranti e bar di Milano», ha concluso. Il commissario Giuseppe Sala, però, prova a rilanciare. «Teniamo il dibattito aperto perché l'esigenza c'è». Favorevole ancohe il governatore Roberto Maroni: «Aprire fino alle 24 mi sembra un'ottima idea». E mentre Milano frena lo slancio dell'esposizione, la Regione Lombardia pensa a come animare un padiglione finora un po' sotto tono. Dunque, arriveranno le delegazioni delle sagre locali. «Porteremo ad Expo il sapore e il folklore della Lombardia» annuncia l'assessore regionale Fabrizio Sala che adesso sta pensando a un piano B per conquistare i visitatori. E per prendersi una rivincita sugli organizzatori di Expo che non hanno rispettato gli accordi e il primo maggio, non hanno consegnato i locali «chiavi in mano», come promesso.

«Questa Esposizione si gioca tutta all'esterno dei padiglioni, i contenuti vanno portati lì», insiste Sala. E allora via con le correzioni al padiglione, non ancora pronto al 100%. Verranno aumentati gli «oculos», le applicazioni che propongono un viaggio virtuale nella storia della Lombardia. E per il 29 maggio, giorno della festa della regione, la nuova versione dell'area sarà pronta., così come la Rosa Camuna all'esterno. Da quel giorno si entrerà sul serio nel vivo della manifestazione. Lasciando - per ora - da parte i rancori.

«Non è questo il momento di pensare ai contenziosi - puntualizza ancora l'assessore regionale - dobbiamo concentrare le nostre energie per rilanciare il padiglione. Detto questo, è chiaro che Expo è inadempiente. Non ha rispettato i contratti. Noi siamo stati coraggiosi ed abbiamo aperto lo stesso». «Qui ad Expo - si è reso conto Sala nella prima settimana di manifestazione - le attrazioni sono i bar. Noi siamo affacciati sul decumano e dobbiamo far rivivere quella zona. Non penso a un restyling del padiglione, ma a un ampliamento per poter utilizzare la parte esterna. E spero proprio ce la facciano usare».

Ad aver il dente avvelenato su Expo, o meglio sul post-Expo, è lo stesso presidente della Regione, Roberto Maroni, che attacca il governo: «Il governo si scordi di poter decidere sul futuro del sito Expo. Non fa parte della società che gestisce Expo, si scordi di pensare di fare questa invasione di campo». «Ben vengano tutte le proposte - afferma ancora Maroni - però il Governo deve capire che Arexpo spa è una società dove (tra i soci) c'è il comune, c'è la Regione e non può venire in casa nostra a decidere.

Vuole venire la cassa di depositi e prestiti? Bussi e chieda: posso entrare?».

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