Cronaca locale

«Da Platone a Ratzinger il pensiero è la mia sfida»

«Da Platone a Ratzinger il pensiero è la mia sfida»

«Le primarie? Le ho inventate io, a teatro. Faccio sfidare non i politici, per carità, ma i filosofi. L'uno contro l'altro in una contesa che attraversa i secoli e la storia del pensiero. E a votare il più convincente sono gli spettatori in platea».
Giorgio Albertazzi, intramontabile e instancabile mattatore delle scene nonostante s'incammini verso i novant'anni, racconta con passione la sua ultima avventura, «Filosofi alle primarie - Partite a scacchi da Platone a Ratzinger», un originale format teatrale che lo vede in scena come attore e regista al Teatro San Babila fino a stasera (ore 15.30, biglietti da 18 a 35 euro, per informazioni telefono 02795469 oppure www.teatrosanbabila.it).
Uno spettacolo che arriva all'indomani della clamorosa sentenza che sfratta lo storico teatro dalla sede di proprietà della parrocchia.
Perché ha pensato di far giocare a scacchi i grandi pensatori della storia?
«L'idea è del professore e scrittore bolognese Carlo Monaco, io l'ho trovata accattivante e l'ho rivisitata. Si tratta di uno spettacolo diviso in tre serate: in ognuna c'è un duello tra due filosofi che coinvolge anche gli spettatori. Sono io ad interpretarli assumendo entrambe le identità, mentre Stefania Masala fa la moderatrice, è un po' la Lilli Gruber dello spettacolo. E al termine della serata è il pubblico in sala a votare il vincitore attraverso un applausometro, sì, proprio quella colonnina che ancor prima dell'auditel misurava l'intensità degli applausi dei telespettatori in studio, e a mandare i vincitori delle prime due sere alla grande sfida finale».
Ma cosa accade in scena?
«I filosofi si sfidano ad una immaginaria partita a scacchi grazie a pannelli che s'illuminano di mossa in mossa, e secondo le contrapposte concezioni filosofiche: gli alfieri rappresentano i valori ideali di riferimento dei due pensatori, i cavalli le loro procedure metodologiche, le torri la capacità profetica che hanno del futuro, la regina il sommo bene e il re la natura del potere e della politica secondo la loro ideologia. Il tutto arricchito da mie divagazioni e improvvisazioni che cambiano ad ogni rappresentazione»
Chi sfida chi nella sua partita a scacchi teatrali?
«Nella prima serata i contendenti sono stati Platone e Protagora, da una parte il pensatore delle idee, dall'altra il padre della sofistica, il paladino dell'uomo che crede nella democrazia. Nella seconda serata la sfida è stata tra Friedrich Nietzsche, un filosofo che credeva a molte verità, e Joseph Ratzinger, un filosofo teologo con il senso dell'assoluto, che crede nella verità unica della Chiesa. I vincitori delle due serate si sfidano nel terzo spettacolo finale».
Di solito chi vince le sue primarie dei filosofi?
«Non voglio dirlo, per non condizionare gli spettatori. Posso però fare il nome di chi non ha mai vinto, nemmeno una volta».
Di chi si tratta?
«Di Papa Ratzinger, ma il Signore saprà consolarlo per questa sconfitta».
E il filosofo che sente più affine, invece, chi è?
«Nietzsche, l'autore che più ha alimentato la mia formazione. Amo il suo pensiero, la sua idea di tragedia e di sfida. Per me il vincitore è lui»
Lei è reduce dalla lezione Progetto Amleto che ha appena tenuto al Parenti con grande successo ed ora è al San Babila per questi Filosofi alle primarie: è in sintonia con il pubblico milanese?
«Straordinaria. Qui gli spettatori sono attenti, partecipi, vivaci.

Molto meno dispersivi di quelli romani».

Commenti