Cronaca locale

Predicatore anti-Israele Parisi e Boeri «alleati» della comunità ebraica

Sulla rottura fra ebrei e islamici si schierano l'ex capolista del Pd e il candidato del centrodestra

Alberto Giannoni

Si allarga e si rafforza il fronte dei preoccupati. E si intravede qualche crepa nel mondo dei centri islamici milanesi (Caim). Sale la tensione per l'arrivo in città di Tariq Ramadan, previsto a due giorni dalle elezioni e a tre dall'inizio del mese sacro per i musulmani.

Ramadan è un personaggio controverso. Di origini egiziane, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani, lo scrittore ginevrino è osannato come una star carismatica dai musulmani di mezzo mondo. Al contrario, gli ebrei (ma non solo) lo considerano il campione di un islam ambiguo, bifronte e per questo insidioso. L'accusa, che gli viene rivolta anche da intellettuali importanti, è nota: avrebbe posizioni anti-israeliane che sfocierebbero nell'antisemitismo. La Comunità ebraica milanese si è mobilitata contro l'incontro del 3 giugno (promosso dall'European muslim network con il Caim alla Camera del lavoro). Ha chiesto una presa di posizione di istituzioni e partiti. E ha avvertito: le sue posizioni «sono state recentemente condannate dalla Conferenza degli imam di Francia».

Contro l'intervento della Comunità ebraica si è scagliato il coordinatore del Caim, Davide Piccardo, che ha usato parole di fuoco: «Siamo di fronte - ha scritto - all'ennesimo tentativo di censura da parte di esponenti della comunità ebraica milanese nei confronti delle voci critiche verso Israele». Piccardo ha parlato addirittura di «squadrismo sistematico».

La Comunità ebraica ha riposto duramente: «Sentire tale linguaggio in bocca a un esponente religioso ci preoccupa, oltre che ricordarci tempi oscuri». La Comunità si è appellata agli altri dirigenti del Caim, «perché prendano le distanze da queste parole di odio». L'appello non è stato accolto forse dai dirigenti del Caim, ma si è schierato invece Stefano Boeri, capofila di un'area importante del Pd, che è stato candidato sindaco nel 2010 e poi assessore alla Cultura dopo aver fatto registrare il record di preferenze l'anno dopo. Boeri cita la comunità ebraica milanese che ha sollevato il problema delle «posizioni integraliste» di Ramadan e ammette: «Penso che Milano, città aperta alle posizioni più diverse, sappia arricchirsi anche dei contrasti e delle polemiche, anche le più dure. Ma poi - aggiunge - leggo un post di Davide Piccardo, rappresentante del Caim che definisce come sistematico squadrismo le critiche della comunità ebraica a Ramadan. E mi viene subito da pensare che giudicare squadristi i membri di una comunità che ha pagato un prezzo immenso alla barbarie del nazifascismo, solo per avere espresso un giudizio, per quanto duro, va al di là, ben al di là dei limiti tollerabili».

Boeri conclude con due auspici: «Mi aspetto che i rappresentanti del Caim correggano subito questo giudizio». E mi aspetto che i protagonisti della politica milanese -tutti- non stiano in silenzio». Al primo risponde Reas Syed, responsabile legale del Caim: «Le parole di Piccardo, per quanto possano essere non condivisibili, giudicano chi oggi guida la comunità ebraica meneghina. Non certo la storia della comunità ebraica in toto». Al secondo risponde Stefano Parisi, candidato sindaco del centrodestra, che definisce giusto il richiamo di Boeri. E scrive: «Grazie Stefano, servono parole chiare come le tue.

È importante che la politica non sia ambigua sui temi dell'antisemitismo».

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