Cronaca locale

«Primarie boomerang mr Expo è indebolito Io leader della squadra» Parisi insiste: «Milano non è voto nazionale» Salvini: «Né Area C né Ecopass. Ora in periferia»

Chiara Campo«Il centrosinistra è uscito devastato dalle primarie». Stefano Parisi ha ribadito ieri alla Scuola di formazione politica della Lega, ideata da Armando Siri, che non gli interessa «delegittimare l'avversario». Non deve essere «una campagna contro Sala o contro Renzi, e sbaglia anche chi pensa che sia una partita nazionale. Concentriamoci su Milano». Poche ore prima aveva persino sbottato con la giornalista di RaiNews24 che durante un'intervista continuava a pungolarlo su Giuseppe Sala («vogliamo parlare del mio programma per la città?»). Ma nel dibattito con i militanti leghisti, a cui oltre a Siri hanno partecipato il direttore del Corriere della Sera e i vicedirettore del Giornale Nicola Porro, Parisi ha ammesso che Sala è «uscito indebolito dal voto ai gazebo», intanto perchè «non ha incassato la maggioranza assoluta» (ha vinto le primarie con il 42% delle preferenze) e le primarie stesse «sono segno dell'incapacità di una leadership di imporre un nome». Sala ha già perso il vantaggio nella corsa verso il voto di giugno: la sinistra-sinistra sta cercando un avversario, questa sera andrà in scena il passaggio del testimone tra il sindaco Pisapia e Sala, saliranno sul palco tutti gli assessori della giunta, ma da qui a pretendere che gli ex elettori di Balzani e Majorino trasferiranno automaticamente il loro voto sul manager ce ne passa. Diversa è stata la discesa in campo di Parisi, concordata dai leader di Forza Italia, Lega, Fdi e almeno a Milano la coalizione ha ritrovato Ncd. Una coalizione forte di cui ha assunto la ladership, mostrando più libertà di manovrà nelle dichiarazioni: «I partiti mi hanno dato il ruolo di guida di questa coalizione per vincere. Se ci sono posizioni divergenze sui contenuti sta a me trovare la sintesi». Ieri non si è incrociato con Salvini. Il leader della Lega lo aspettava al gazebo in Forze Armate ma era impegnato in un'intervista. E il legista lo richiama a stare nei quartieri: «Faremo con Parisi il giro di Milano in 90 giorni, non nei salotti alla Sala ma in Bovisa, Niguarda - ha detto -. E se noi saremo, come saremo, la prima forza politica di centrodestra a sostegno del nuovo sindaco, ovviamente su alcuni temi come sicurezza, pulizia, decoro, l'impronta sarà nostra». Ma l'ultima parola la mia, sembra rispondere a distanza Parisi. Su Area C invece sembra essere d'accordo con le critiche di Salvini. Lui aveva dichiarato sabato che sarebbe tornato alla versione Ecopass, il leghista ieri ha sostenuto che andrebbe abolito del tutto e Paris ha rilanciato che «forse ha ragione lui, se gli incassi delle multe superano quelli del ticket, qualcosa non funziona. Sto studiando una serie di ipotesi in giro per il mondo, faremo delle proposte già in campagna».Sul voto, insiste, «qui a Milano si gioca una partita che riguarda Milano, non il governo nazionale. E soprattutto si gioca una sfida, la rigenerazione del centrodestra, dobbiamo riconquistare i tanti elettori che si sono allontanati dalle urne proponendo contenuti. Se ricostruiamo a Milano delle basi culturali, oltre che amministrative, questo può essere riportato anche a livello nazionale». E «farebbe bene anche al governo Renzi avere un'opposizione non solo di sinistra, ma anche moderata che fa un'opposizione non isterica ma di contenuto». pplica la filosofia della non delegittimazione anche ai 5 Stelle.

Casomai, insiste Parisi, per superare chi batte sul tasto dell'antipolitica «bisogna presentare ai milanesi un modello di buona politica, che risolve i problemi e non li cavalca».

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