Cronaca locale

Processione nella via dei saldi Battaglia sulla festa boliviana

Proteste per la festa religiosa di sabato 11 agosto, previsti disagi. Ascobaires: "Il sindaco non ci ha neppure avvisati"

Processione nella via dei saldi Battaglia sulla festa boliviana

Corso Buenos Aires chiude per la processione religiosa della Vergine di Urkupina e i commercianti si innervosiscono, ma non con la comunità boliviana bensì con il Comune. Il problema infatti non è la festa organizzata dal consolato boliviano, ma le modalità scelte da Palazzo Marino: per Ascobaires sarebbe stato meglio festeggiare di domenica e non sabato 11 agosto. Inoltre da piazza della Scala avrebbero potuto avvertire, come avvenuto in passato. Questa volta si è saputo solo grazie al passaparola tra negozianti. «Quando hanno bisogno per le luminarie - commenta il presidente Meghnagi - si ricordano di chiamare».Buenos Aires bloccata dalla processione religiosa della comunità boliviana è un'idea che potrebbe anche essere accettata, ma sapere cosa accadrà per puro caso no. I commercianti di Ascobaires sono molto infastiditi perchè hanno scoperto che sabato 11 agosto una manifestazione religiosa bloccherà la via e a Palazzo Marino nessuno si è preso il disturbo di avvertirli: «Il fatto compiuto senza essere stati minimamente informati non lo accettiamo e chiediamo al Municipio 3 e Comune di rivedere la decisione presa - ha dichiarato Gabriel Meghnagi, presidente Ascobaires e consigliere Confcommercio Milano - Il corso resterà chiuso come minimo qualche ora, a seconda dell'affluenza, certamente significativa, che la processione avrà». Nessun attacco alla festa organizzata dal consolato boliviano per la Vergine dell'Urkupina che ormai una tradizione anche per Milano visto che si celebra da anni, ma ai metodi della giunta Sala sì: «Chiaramente la comunità boliviana e la loro giusta esigenza di festa non c'entrano nulla - sottolinea Meghnagi - il problema è il metodo inaccettabile usato dall'Amministrazione. È infatti totalmente mancata una consultazione preventiva. Inaccettabile anche nel merito: percorso Buenos Aires sabato 11 agosto ha la stessa importanza, come affluenza e attività di negozi e pubblici esercizi, di un sabato di giugno in piena stagione. Per questo tipo di eventi religiosi si sceglie in genere la domenica e così, in una volta precedente, era avvenuto». La chiusura è totale, anche perchè, dicono i commercianti, quando c'è da sapere chi paga per le luminarie o altre iniziative la telefonata da piazza Scala non manca mai: «Se il metodo, da parte del Municipio 3 e del Comune - conclude Meghnagi - è quello di decidere senza informare chi poi ne ha le conseguenze dirette, allora è inutile sedersi ai tavoli con gli amministratori locali». La protesta trova subito la sponda nel consigliere regionale di Forza Italia Silvia Sardone: «Sabato 11 agosto corso Buenos Aires verrà chiuso al traffico per permettere alla comunità boliviana di celebrare una processione religiosa. Peccato che le associazioni di commercianti e i cittadini della zona che tanto si impegnano ogni giorno non siano stati informati né dal Comune né dal Municipio 3. E ora giustamente alzano la voce perché è inaccettabile che le istituzioni diano il permesso a manifestazioni senza avvisare negozi e attività che da questa chiusura di corso Buenos Aires subiranno un danno economico. La sinistra continua imperterrita a non ascoltare le esigenze dei cittadini».

Dal Comune fanno sapere che la chiusura sarà concentrata in due ore, dalle 14 alle 16, e sarà parziale perchè «a tronconi». I disagi dovrebbero quindi essere limitati per tutti i commercianti, compresi quelli più vicini alla zona della chiesa di San Gregorio dove si celebreranno i festeggiamenti con alcuni balli tradizionali. Una processione per cui la comunità boliviana ha pagato tutti i permessi e che colorerà il corso. Non era però l'evento in sè a essere nel mirino dei negozianti, ma il metodo utilizzato dal Comune. «Con la precedente giunta di solito ci chiamavano - spiegano da Ascobaires - con questa qualche volta hanno chiamato, altre no come in questo caso, ma allora anche noi potremmo dimenticarci di altre cose».

La collaborazione tra enti potrebbe dunque venire meno anche per il futuro.

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