Cronaca locale

Profughi, «foglio di via» per Renzi

La Regione chiede di rivedere la distribuzione dei migranti. E nelle piazze raccolte di firme contro il governo

Che sia un'emergenza non ci sono dubbi. Perchè la tragedia del Mediterraneo è sotto gli occhi di tutti e perchè l'ondata di sbarchi non è destinata ad arrestarsi. Anzi. A lanciare l'allarme è stato, nei giorni scorsi, proprio il Viminale annunciando che, fino alla fine di settembre, sono previsti almeno altri 20mila profughi in arrivo. Ed è una cifra che viene calcolata in difetto. Così per molte Regioni, Lombardia in testa, è scattato l'allarme rosso anche perchè il campo di accoglienza di Bresso e da tempo ormai al collasso. Ma è un po' tutta la regione ad essere messa alla prova.

Sono più di 111mila i migranti arrivati nel nostro Paese dall'inizio dell'anno per lo più eritrei seguiti da nigeriani, somali sudanesi e siriani. Una migrazione di massa verso l'Italia e ora anche Grecia e Balcani che ci vede in prima linea a cominciare ovviamente dalla Sicilia dove approdano il 18 per cento dei profughi in fuga. Ma nella classifica dell'accoglienza subito dopo arriva proprio la Lombardia (11 per cento) seguita dal Lazio (10 per cento) e poi Puglia, Campania, Piemonte e Veneto. Le tensioni tra regioni e governo su come gestire i flussi in arrivo vanno avanti da tempo e non accennano a placarsi. E a ricordare che questa è un'emergenza ci ha pensato ancora una volta Roberto Maroni ieri ospite della festa del Pd a Milano: «L'Onu che protesta per i modi in cui è stata affrontata la crisi migratoria- ha detto il governatore lombardo- deve fare solo una cosa: i caschi blu che vanno in giro a fare peace keeping facciano invece life keeping. Ma non c'è solo il presidente a fare pressing su Renzi. «Non e' possibile che il Governo mandi altri immigrati in Lombardia, la regione che dopo la Sicilia ne ha accolti di più in questi due anni- spiega l'assessore Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia- Significa che vuole anche a Milano, Brescia, Como, Bergamo, Cremona e nelle altre realta' lombarde scontri sociali come quelli che si sono verificati nelle scorse settimane a Treviso e Roma». Ma al di là di un problema di ordine pubblico (che c'è) resta la difficoltà di trovare strutture dignitose per l'ospitalità tant'è che il Ministero dell'Interno sta prendendo in considerazione la possibilità di utilizzare alcuni immobili pubblici inutilizzati come ex caserme ancora a disposizione del Ministero della Difesa o come siti industriali di enti regionali non più utilizzati. Ma ciò che fa discutere è soprattutto la ripartizione dei profughi decisa dal Viminale. «Il limite e' gia' stato superato, il nostro territorio non può più ospitare altri clandestini- continua l'assessore Bordonali- Il presidente del Consiglio Renzi, che nelle scorse settimane aveva parlato di “piano B“ e di ripartizione europea degli dovrebbe venire nelle piazze lombarde per spiegare ai cittadini perche' le sue proposte non hanno avuto un seguito e per quali motivi prosegue in questa assurda politica sull'immigrazione».

E proprio da alcune piazze di località lombarde individuate come punti d'accoglienza per gli immigrati come San Colombano del Collio, comune in provincia di Brescia in cui sono stati destinati una ventina di profughi, parte la protesta con raccolte di firme per chiedere al governo una logica diversa nella gestione dei flussi migratori. «Una risposta civile e democratica che è certamente lo strumento più forte per far comprendere a Renzi e al suo Governo che la gente perbene, onesta e che paga le tasse regolarmente non ne può più- spiega Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio-Mettere nero su bianco, certificando con nome e cognome il proprio dissenso a queste politiche dell'immigrazione è come inviare un “foglio di via“ a Renzi, Alfano e a tutti quelli che si ostinano a non comprendere il disagio degli italiani»

Commenti