Cronaca locale

"Pronto a dare voce alle imprese lombarde mortificate dallo Stato"

Il neo vicecoordinatore regionale di Forza Italia, Matteo Perego: "Servono sgravi e incentivi a chi crea lavoro"

"Pronto a dare voce alle imprese lombarde mortificate dallo Stato"

Laurea in filosofia, due master in marketing e finanza alla Bocconi, primi passi nella Giorgio Armani (con ruoli in Italia, Brasile e India). Cinque anni fa Matteo Perego di Cremnago, classe 1982, sposato e papà di tre figli, ha scommesso sul rilancio del cappellificio Cambiaghi fondato nel 1880 dal trisnonno Giuseppe e chiuso dal dopoguerra. É diventato un brand di cappelli e borse di lusso, rigorosamente made in Italy. Sette mesi fa si è lanciato per la prima volta in politica ed è stato eletto deputato di Forza Italia nel collegio di Pavia. Da lunedì scorso è (anche) vicecoordinatore regionale e portavoce del partito in Lombardia. Con l'altro vice Pietro Tatarella e la coordinatrice Mariastella Gelmini dovrà rilanciare il partito sul territorio in vista delle prossime scadenze elettorali, Europee e amministrativa (nel 2019 si vota in Comuni importanti come Cremona, Pavia, Bergamo).

Tutti i partiti parlano di apertura alla società civile, Fi ha affidato davvero a un neo politico un ruolo dirigenziale. É una svolta?

«É assolutamente un passaggio importante, soprattutto in Lombardia e a Milano. Sono un esempio di persona venuta dal mondo dell'impresa, sono entrato in politica solo per il voto del 4 marzo e posso dare voce a quella parte produttiva della società civile che non si vede rappresentata dal governo Lega-M5S, anzi, si sente abbandonata».

Come giudica la prima manovra pentastellata?

«Non offre strumenti di crescita. Con il reddito di cittadinanza passa il concetto che lo Stato dà un sussidio a chi non lavora e non premia chi investe. Le imprese lombarde hanno bisogno di incentivi, sgravi fiscali, solo così si crea occupazione».

Il governo si rifiuta di investire anche sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il sindaco Sala anche ieri l'ha definita «un scelta folle, sarà un'occasione di rilancio per il Paese». Concorda?

«Milano si è dimostrata anche negli ultimi anni molto attrattiva, un risultato dovuto soprattutto ai privati, a chi ha creato sviluppo e lavoro. Le Olimpiadi sarebbero una grande vetrina e come Forza Italia sosterremo ogni sforzo per portare a casa il risultato».

Eppure i presidenti leghisti di Lombardia e Veneto sono i principali attori della sfida olimpica, su questa partita sembra che prevalga la quota grillina del governo.

«Sui territori si lavora molto bene con la Lega, il problema è a livello nazionale, speriamo che in questa partita prevalga il buonsenso del governatore Attilio Fontana».

Come vi muoverete in Lombardia verso le Europee, su quali temi insisterà Fi?

«Fi deve dare voce all'elettorato di centrodestra che si sente abbandonato dal governo, da una manovra che mortifica chi produce lavoro. Nei prossimi mesi faremo squadra con tutti i nostri amministratori, saremo molto presenti sul territorio per avvicinare i cittadini e le imprese. Parleremo con tutti quelli che già appartengono alla grande famiglia di Forza Italia ma anche a chi nella società civile crede nelle battaglie liberali e non trova oggi riferimenti».

Nel 2019 si vota col proporzionale e quindi senza coalizione per le Europee ma anche in tanti Comuni importanti dove sarete alleati della Lega, come gestirete la doppia sfida?

«In Lombardia si lavora bene insieme, non ci sono motivi di dissenso, in primis con Fontana. Il modello va replicato nei Comuni al voto e insieme dovremo riconquistare Milano nel 2021.

Ma non avremo paura di esprimere posizioni contrarie alle politiche economiche della Lega che a livello nazionale sembra aver ceduto ai 5 Stelle».

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