Cronaca locale

Prostitute «fantasma»? Dalla Lombardia

Prostitute «fantasma»? Dalla Lombardia

Naturalmente, anche per le lucciole, seppur regolari e «controllatissime» sul territorio, le autorità svizzere si trovano a dover affrontare fenomeni sfuggenti. Come quelli che accadono sovente oltre il Gottardo, nelle grandi città come Zurigo, Berna e Basilea. Metropoli affollatissime dove naturalmente supervisionare come si deve l'attività delle prostitute è molto più complesso.

«Alcune prostitute di Chiasso, che vivono stabilmente sul territorio svizzero e pagano con regolarità le tasse si lamentano spesso delle “colleghe” che vivono nelle grandi città - ci racconta ancora Simona, la 22enne studentessa della Bocconi, entraineuse part time oltre confine -. Donne più mature, non ragazzine, moltissime provenienti dal nord Italia e soprattutto dalla Lombardia, s'installano infatti in appartamenti privati e lavorano in nero, senza pagare alcun genere di tributo».

Sono le cosiddette «lucciole fantasma» come le chiamano nei cantoni. Donne che vengono scoperte nella loro attività illegale solo se eccedono nelle loro abitudini. Come è presto detto: magari danno nell'occhio viaggiando su auto di grossa cilindrata, vestendo abiti vistosamente troppo griffati o ricevendo così tanti clienti da far nascere qualche dubbio al vicino di casa. Che potrebbe telefonare alla polizia perché controlli l'entità dei redditi dichiarati dalla signora in questione.

Inoltre ci si può imbattere nei cosiddetti «box del sesso». Da oltre un anno a Zurigo, nel quartiere di Altstetten, all''imbocco autostradale per Berna, è sorta una struttura composta di veri e propri spazi in cui è possibile, per prostitute e clienti, restare in intimità in privacy e sicurezza. La struttura è nata con l'intenzione di liberare la zona, già molto trafficata, dal viavai di clienti e auto.

Così però svanisce ciò che da sempre è legato al carattere avventuriero e casuale della strada.

Commenti