Cronaca locale

Psicodramma primarie, Pd nel caos

Psicodramma primarie, Pd nel caos

Ennesimo psicodramma nel Pd. Hai voglia a proclamare il rinnovamento. Il 4 novembre avrà luogo il ballottaggio tra il renziano Pietro Bussolati e l'ex sindaco di Rho Arianna Cavicchioli per il nuovo segretario provinciale milanese e le accuse lanciate domenica dal consigliere comunale David Gentili, arrivato terzo e quindi escluso, hanno scatenato ieri il solito clima di sospetti e veleni. Gentili su Facebook ha annunciato ricorso contro le tessere «a saldo» rilasciate da alcuni circoli nel giorno delle primarie per invogliare gli iscritti a votare. «Alcuni circoli a Milano - l'accusa - hanno deciso autonomamente di interpretare una circolare di Davide Zoggia (organizzatore nazionale dei congressi, ndr.) proponendo la tessera a 15 euro» invece di 30. I sospetti: tra le sezioni più nel mirino ci sarebbero il recente circolo Pallacorda, con una settantina di tessere «discount», e lo 02Pd (una centinaio) di cui è segretario lo stesso Bussolati che ora è in pole position. Il prezzo giusto è 30 euro, lo sconto a 15 vale solo per il tesseramento on line. La famosa circolare diffusa nel giorni scorsi da Zoggia ha creato un pasticcio, parlava della tariffa minima ma «restano salvi - aggiungeva - i regolamenti finanziari locali». Chi ha venduto anche in sede le tessere sottocosto lo ha fatto per ingenuità o per favorire un candidato? La denuncia di Gentili apre un processo su Facebook. I militanti si scaldano. C'è chi ora (compreso Gentili) pretende il rimborso della differenza a chi ha versato 30 o anche 50 euro. Chi grida al complotto: «Arrivano segnalazioni da vari circoli, gente mai vista arrivava spesso accompagnata da un candidato di una lista pretendendo la tessera a 15 euro e citando la circolare. É preoccupante». Come fa un partito, domanda una piddina scoraggiata, «ad essere credibile per candidarsi a governare un Paese, una città, una nazione se poi non rispetta le regole in casa sua e permette "furberie"?». L'assessore Piefrancesco Majorino ammette che «le regole sono ambigue e si prestano ad un caos che è nazionale. Se si vuole limitare il voto agli iscritti, allora i tesseramenti andavano fermati un mese prima del congresso». Sul banco degli imputati finisce anche Gentili. Mattia Abdu, presidente della Commissione congressuale provinciale, rimarca che «in un Paese normale chi fa delle accuse si rivolge prima alla polizia e poi al Gabibbo. In un partito democratico i ricorsi vengono trasmessi prima alla Commissione di garanzia e su Facebook». Sottolinea che «è andato tutto bene fino a domenica, ora cominciano a volare gli stracci, e sono pieni di fango per non dire altro. Tifoserie pronte a scannarsi con la bava alla bocca. La circolare era scritta male ma qui i casi, ancora da appurare, saranno un centinaio».

Ieri sera si è riunita la Commissione di garanzia provinciale ma Abdu - se il ricorso sarà formalizzato - rinvia caso e «sentenza», entro il 4 novembre, a quella regionale: «Siamo troppo coinvolti».

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