Cronaca locale

Da Puccini all'alta moda I due secoli di Cova

Una festa piena di vip ha celebrato il locale di via Montenapoleone che fu ritrovo di patrioti

Antonio Lodetti

È stata una festa sfarzosa e raffinata - come quadrilatero della moda comanda - quella che ieri sera in via Monte Napoleone ha festeggiato i 200 anni dalla nascita della Pasticceria Cova. La musica, nel melange tra classica ed elettronica, ha sottolineato la continuità tra passato e presente e ha accompagnato la sfilata dei vip milanesi. Quegli stessi vip che frequentano quotidianamente Cova come punto d'incontro o come luogo «riservato» per un pranzo, un aperitivo, dai cocktail del barman Luca Mozzillo alle migliori marche di champagne, dallo spritz all'ottimo spumante autoprodotto Covino.

Ieri sera è stata una festa, ma se si guarda con attenzione da Cova tutte le sere è festa nell'atmosfera sofisticata e rilassata del locale che - in occasione del bicentenario - si è fatto il make up ed è stato completamente restaurato senza cambiarne lo stile e la classe. La grande novità è il garden, con 36 posti a sedere che vanno ad aggiungersi ai quasi 80 delle sale interne. Del resto Cova - contrassegnato dal marchio Locale Storico, è un locale da leggenda. Fu fondato nel 1817 dall'ex soldato napoleonico Antonio Cova e allora si trovava di fianco alla Scala. Vi si radunavano i patrioti del Risorgimento e ogni giorno vi si trovavano personaggi come Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi - con la sua tradizionale sciarpa bianca al collo - degustare il panettone. Panettone che è un marchio di fabbrica di Cova e che non ha cambiato la sua ricetta negli anni e nel passaggio, nel 1950 in via Monte napoleone 8 dove si trova ora ed è curato dalla famiglia Faccioli con il gruppo del lusso LVMH. Il panettone è definito «classico», ma è differente da quello di qualunque altra pasticceria e viene prodotto tutto l'anno. Molti frequentatori abituali, milanesi doc, lo comprano abitualmente una volta alla settimana. «Per panettone classico intendiamo quello fatto con uvetta, candito all'arancia e al cedro - raccontano le sorelle Faccioli - mentre una versione molto richiesta è quella con pezzi di ananas. Una versione creativa invece è quella alla milanese con zafferano e uvetta bagnata con spumante Covino». Oltre ai clienti abituali da Cova - consigliato come «una delle cose da vedere a Milano» - arriva una folta clientela internazionale, anche se il locale ha aperto numerose sedi in Asia (ci sono una decina di Cova a Hong Kong e altri a Pechino) e in luglio aprirà a Montecarlo.

«I 200 anni di storia del marchio rappresentano un punto di svolta - ricorda Paola Faccioli, CEO di Cova -; la riapertura in via Montenapoleone ha un significato simbolico: mantenere i codici storici del marchio proiettandoli nel futuro e nel mercato globale.

Siamo orgogliosi di poter celebrare questo anniversario con un progetto di restauro, ponte tra tradizione e innovazione» Con i suoi imponenti lampadari scintillanti e il suo servizio Cova si candida quindi ad essere ancora e sempre un classico per la vita sociale e mondana dei milanesi.

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