Cronaca locale

Quando il giovane Mozart le suonò belle a Milano

Una nuova edizione dello studio di Armando Torno sui rapporti tra il grande compositore e la nostra città

Luigi Mascheroni

A Milano, giovanissimo, Wolfgang Amadeus Mozart - anzi, Volgango Amadeo - abitò, compose, studiò, frequentò gli ambienti giusti, si divertì.

Austriaco di Salisburgo, gran viaggiatore in Italia, fu, a suo modo, milanese. Complessivamente, fatti i conti con scrupolo filologico, in un arco di tre anni Mozart passò a Milano quasi 360 giorni. Un anno della sua vita. Che essendo stata molto breve (35 anni), non è, in percentuale, un periodo quantitativamente irrilevante. E qualitativamente fu persino cruciale.

Mozart giunse in città pochi giorni prima di compiere i 14 anni, nel 1770, e vi ritornò più volte, sino alla primavera del 1773. Attenzione. Nelle biografie di Mozart e negli studi sulle sue opere, il soggiorno milanese, soprattutto da parte degli storici stranieri, tende a essere sottovalutato. E, invece, per chi si è messo ad indagare in profondità, costituisce un periodo particolarmente formativo per il genio precoce di Amadeo. E tra coloro che hanno studiato al meglio la stagione lombarda di Mozart, c'è il lombardissimo Armando Torno, giornalista di prima fila e musicologo di vaglia. Oltre vent'anni fa, per pura scommessa (persa), scrisse per una rivista inglese un breve raccontò su Mozart a Milano. Da lì, sfruttando le ricerche minuziose condotte sul campo (archivi, cronache locali, epistolari...), ha ricavato un libro che ha avuto negli anni molta fortuna e più di un'edizione. E che ora torna riveduto&corretto (e ampliato) per la gioia di musicologi e milanesi: Il giovane Mozart a Milano (pubblicato da La Vita Felice per la Fondazione Enzo Hruby, da anni impegnata per la protezione del patrimonio culturale italiano; il volume viene presentato oggi da Armando Torno insieme con Carlo Hruby alla Biblioteca Ambrosiana, ore 18; info 02.38036625).

Armando Torno, in quello che ormai è un caposaldo della letteratura mozartiana, ricostruisce soggiorno, incontri, lavoro del giovane Wolfgang Amadeus. Quella in cui arriva col padre Leopold è la Milano - che conta, nel 1770, secondo le attente statistiche austriaca, 128.950 abitanti - dei Verri, dei Beccaria, dei Parini. Qui Mozart diventa davvero operista, scrivendo la sua prima vera opera lirica, Mitridate, re di Ponto, che inaugura la «stagione di Carnevale» 1770-71 del Ducale (il teatro che c'era prima della Scala). Qui compone l'Ascanio in Alba e Lucio Silla. Qui conosce i cantanti e impara a lavorare coi castrati (ad esempio scrive nel 1773 l'Exsultate, jubilate per il castrato Venanzio Rauzzini, destinato a chiarissima fama). Qui incontra musicisti come Niccolò Piccinni, Giovan Battista Sammartini e Johann Adolph Hasse (il quale rimase così colpito dalle capacità del ragazzo da dire «Ci farà dimenticare tutti»). Qui frequenta Giuseppe Parini (l'autore del Giorno scriverà per lui un libretto). Qui, in una locanda di Lodi, scrisse il suo primo Quartetto. Qui più che altrove capì lo stile italiano. Qui ebbe il suo primo amore... E qui forse Mozart contava di rimanere come musicista di corte, presso l'Arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este d'Austria, figlio di Maria Teresa, che aveva sposato la principessa Maria Beatrice Ricciarda d'Este. Ma poi la Storia volle diversamente...

E a proposito di Storia, relativamente alla musica, quello scritto da Mozart a Milano, spesso dimenticato, rimane ora un capitolo indimenticabile.

Commenti