Cronaca locale

«Quando la Houston mi ringraziò»

«Ero giovane e aprivo i suoi concerti. Mi emozionò parlare con lei»

Un viso dolce, sorridente, rassicurante e dai lineamenti morbidi. Eppure sa il fatto suo Karima la cantante livornese classe 1985 che dopo aver cantato ad Amici «I will always love you» come cavallo di battaglia ora si esibisce nei panni che furono della sfortunata Whitney .

Sei nata in Italia, patria dell'opera, come ti senti nel ruolo di Withney Houston, interprete della musica soul?

«Sono nata in Toscana, ma ho origini africane, un papà algerino: a 11 anni sono entrata in un coro gospel a Livorno. Withney Houston e Steve Wonder erano i miei miti, ma ho amato anche le Spice Girls e i Thake That, da cui ho imparato la danza e la comunicazione col pubblico».

Hai anche conosciuto Withney Houston di persona, vero?

«Non propriamente... Nel 2010 aprivo i suoi concerti a Milano e a Roma, mi venivano i brividi quando mi ringraziava alla fine. Una volta l'ho anche incontrata nella mensa, stava nello stesso luogo di tutto il suo staff! Era sola al tavolo, con i suoi grandi occhiali neri. Mangiava il pollo con le mani. Io ho preso la mia macchina fotografica, il cd, e ho cercato di avvicinarmi per chiederle una foto e una firma sul disco. Ma non sono riuscita a rivolgerle la parola: e se non avesse avuto voglia di assecondarmi?».

Stai lavorando anche su altri fronti oltre che a questo musical?

«Sì, sto preparando il mio disco, Life Time, in cui raccolgo i miei 15 anni di musica soul sotto la direzione di Dado Moroni».

Hai partecipato anche a Sanremo nel 2009. Cosa pensi del Festival che si è appena concluso con Carlo Conti e Maria De Filippi?

«Credo che avrebbe dovuto vincere Fiorella Mannoia. Francesco Gabbani avrebbe sfondato comunque, Occidentali's Karma è leggera, divertente, le persone hanno sempre interesse anche in questi ritmi. La Mannoia, come sempre, lancia un messaggio più profondo nelle sue canzoni».

MCB

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