Cronaca locale

Quando l'inquilino ti "ruba" la casa

Falla nella normativa per gli affitti a tempo: il caso di un ospite entrato per una settimana e che potrà restare nell'appartamento per otto anni

Porta Garibaldi (vista da Corso Como), Milano
Porta Garibaldi (vista da Corso Como), Milano

Come affittare una casa vacanze e ritrovarsi un inquilino che non solo non paga, ma non vuole neppure andarsene. Anzi, va all'anagrafe, si fa spostare la residenza nel «suo» appartamento e ora minaccia denunce perché, ovviamente, il contratto non è stato registrato. «Ho chiamato polizia e carabinieri - afferma ora Andrea, la vittima - ma sembra che nelle pieghe della normativa ci siano tante e tali garanzie per l'affittuario che non so come e quando riuscirò a tornare in possesso del mio alloggio».
Andrea è un signore con un paio di appartamenti in città che ha trasformato in casa vacanza, un'alternativa molto diffusa, soprattutto all'estero, all'albergo. A metà settembre viene contattato da un certo Marco che ha trovato i recapiti su Internet, sceglie la casa di corso Como 11, stabilisce una settimana di permanenza e pattuisce il prezzo: poco più di 600 euro.

«Trovandomi all'estero - racconta ora Andrea - incarico una vicina di casa di accogliere la persona, far sottoscrivere il contratto, incassare il dovuto e consegnare infine le chiavi. Il 23 settembre Marco ritira chiavi e contratto ma riesce a convincere la mia amica a postcipare pagamento e firma. E nessun sollecito vale poi a sbloccare la situazione. Il giorno della scadenza del contratto, rientro a Milano e incontro il truffatore, perché tale si tratta, chiedendogli di adempiere a firma e pagamento del contratto. Ma per tutta risposta il giorno dopo ricevo un accredito di 400 euro con causale “canone mensile di locazione mese ottobre”».

A quel punto la situazione precipita. Andrea alla terza richiesta riesce a far intervenire i carabinieri e rientrare in possesso dall'appartamento. Ma Marco non demorde e torna di notte con un fabbro per cambiare la serratura. «Avvertito dai vicini mi precipito e chiamo il 113. Ma incredibilmente la polizia fa perfezionare il cambio di serratura e permette all'affittuario di entrare, perché l'uomo esibisce una carta d'identità in cui risulta residente in corso Como 11. Per ottenerla infatti chiunque può andare all'anagrafe, dichiarare via e civico e, senza nessun controllo immediato, ottenere la residenza». Ma la carta d'identità è solo il primo passaggio per ottenere un regolare canone di locale di otto anni. Marco infatti manda una raccomandata chiedendo la regolarizzazione del contratto ed esibendo il pagamento dei famosi 400 euro per il mese di ottobre. Tali documenti vengono poi portati all'Agenzia delle Entrate e nel giro di 30 giorni la pratica verrà perfezionata d'ufficio.

«Dopo di che, sicuramente, quel signore verrà da me e chiederà una “buona uscita” per lasciare libero l'appartamento. Per me infatti inizia una sorta di vicenda kafkiana. Comincio a girare come una trottola posti di polizia, caserma di carabinieri e Guardia di finanza senza contare la stessa Agenzia delle Entrate per spiegare la situazione. Tutti raccolgono e registrano le mie denunce ma nessuno si assume la responsabilità di intervenire immediatamente, lasciandomi capire che la legge farà il suo corso. Ma non subito.

Lasciando così tutto il tempo al truffatore per mettere in atto indisturbato i suo disegno».

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