Cronaca locale

Quando la maternità diventa un'opera d'arte

L'origine della vita tra scienza e bellezza vedrà allo stesso tavolo medici e artisti «Così i capolavori possono aiutare le donne»

L'origine della vita è da sempre uno dei soggetti più ritratti nella storia dell'arte, fin dalla preistoria. Che cosa sarebbe del resto il Medioevo senza le sue Madonne? Anche l'arte moderna, eliminato l'afflato mistico e religioso, si confronta di continuo con la maternità: Segantini – campione di una delle «mostre-evento» di questa stagione milenese – ci ha lasciato alcune delle donne gravide più intense della storia dell'arte, ma il tema è fecondo anche in Boccioni, Campigli, Casorati, Medardo Rosso. Ci sono poi perfomer di oggi che sulla maternità tornano di continuo: Vanessa Beecroft vi ha realizzato opere ormai di culto come «Pregnant Madonna» e «White Madonna with twins» e ha incluso il tema anche nella recente «VB74» al Maxxi di Roma. Da Fontana a Manzoni, da Jeff Koons ad Anish Kapoor, tanti artisti hanno usato l'iconografia dell'uovo – che già Piero della Francesca aveva ritratto, appeso al soffitto, nella sua raffinata «Sacra Conversazione» conservata a Brera – per esprimere il mistero della vita. Dobbiamo a un ginecologo - seppur collezionista e appassionato d'arte – il merito di aver messo a frutto questa forte relazione tra arte e maternità: Antonio Martino, con la psicologa Miriam Mirolla, ha infatti ideato un fortunato ciclo di incontri intitolati «Partorire con l'Arte ovvero l'arte di partorire» che, dopo il debutto a Roma, approda ora alle Gallerie d'Italia di piazza della Scala. Che l'arte abbia un potere benefico sulle partorienti ne è convinto il medico: «Sappiamo che i pensieri, le aspettative e le fantasie di una donna in gravidanza possono incidere significativamente sulla qualità dell'intera gestazione e sulla salute futura del nascituro». Perché dunque non sfruttare la potenza espressiva dell'arte, che è capace di affrontare argomenti che sfiorano l'indicibile, come il mistero della vita, il travaglio, la nascita? Miriam Mirolla, psicologa, ne è convinta: «La scoperta del bello aiuta a sdrammatizzare questo momento, spesso vissuto con ansia». Un ciclo di sei incontri mette allora attorno allo stesso tavolo artisti quali Stefano Arienti e Liliana Moro e, con il sostegno della Fondazione Bracco, medici come Alessandra Kustermann, direttore del Pronto Soccorso Ginecologico della Mangiagalli, e Irene Cetin, direttore di Ginecologia al Sacco. Anche Vanessa Beecroft, forse la più nota artista italiana contemporanea, parteciperà attraverso un video sul tema «Maternage. L'arte di essere madre» (sarà proiettato il 25 febbraio).

Di psiche e costellazione materna si discute nel primo incontro con la psicologa Silvia Vegetti Finzi (mercoledì 21) mentre la settimana dopo si parlerà del mistero dell'attesa, con le testimonianze di Elena Manzoni, presidente della Fondazione Piero Manzoni, e della gallerista Raffaella Cortese.

Tutti gli eventi sono al museo delle Gallerie d'Italia, a ingresso libero e si svolgono alle 17,30, per favorire la partecipazione anche delle mamme che lavorano (non mancheranno fasciatoi e spazi riservati alle neomamme).

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