Cronaca locale

Quanti libri su Milano da portare al mare per non aver nostalgia

La vacanza è il momento per leggere opere e autori di casa. Ecco cosa c'è negli scaffali

Quanti libri su Milano da portare al mare per non aver nostalgia

Tra le creme per non scottarsi, e mille altre cose da stipare nella valigia delle vacanze, è buona norma mettere qualche libro. Libro di carta, all'antica, da portare sotto l'ombrellone o nello zaino che verrà aperto in baita. I milanesi, razza speciale di giramondo, non dimenticano mai la loro amata città. In tanti se la portano dietro, chiusa appunto in un libro, per non patire troppo di nostalgia in agosto. Nella libreria Hoepli, una delle più grandi d'Italia, aperta tutto il mese, un angolo davanti alle casse è dedicato al «genere Milano», di successo anche tra i turisti che sciamano sotto il Duomo. Ecco «Milano for dummies» (Hoepli, 9,90 euro), guida per gli inesperti, i principianti, addirittura gli imbranati. Ci sono guide «dummies» per tutto, dalla chitarra ai vini, dagli scacchi all'inglese. E questa su Milano, del giornalista Mauro Morellini, aiuta a scoprire il meglio della metropoli lombarda, dall'arte alla moda, dalla cucina alla movida notturna. Utile anche per chi crede, sbagliando, di conoscere ogni piega della città.

Una divinità letteraria di Milano è Giorgio Scerbanenco (1911-1969), che Oreste del Buono paragonava a Simenon. La casa editrice di Elisabetta Sgarbi, La Nave di Teseo, sta pubblicando alcuni testi del celebre scrittore. In valigia, consigliamo di mettere «L'isola degli idealisti» (14,45 euro), libro perduto e ritrovato nell'archivio di famiglia, forse il primo romanzo in cui il «Simenon dei Navigli» affronta il genere noir. Sempre con il marchio Nave di Teseo, Cecilia Scerbanenco, curatrice delle opere di papà, firma «Il fabbricante di storie» (23 euro). La vita di Scerbanenco viene ricostruita attingendo alla montagna di carte lasciate nella casa dove lo scrittore viveva con la moglie Nunzia Monanni, una miniera che Cecilia, dotata di grazia nella scrittura, sta esplorando instancabile. Visto che siamo dalla parte di gialli e noir, ecco «Notturno metropolitano» (Fratelli Frilli, 12,90 euro), di Alessandro Bastasi: delitti in una Milano tenebrosa e invernale nella quale indaga il commissario Ferrazza.

Una casa editrice che del brand Milano ha fatto la ragione d'essere è Meravigli, di cui consigliamo due titoli. Il primo, «Milano 69 luoghi da scoprire» (17 euro), del medico e storico del folklore meneghino Bruno Pellegrino, è un sorprendente viaggio in città, dai Caselli di Porta Venezia al Laghetto di San Marco, dalla Rinascente a Hemingway e Garibaldi milanesi. Pellegrino fa parlare la storia, che cambia il nostro modo di vedere strade e piazze quotidiane. Secondo titolo Meravigli, «Quanta sapienza i noster vècc» (17 euro), di Roberto Morelli, conosciuto come «artigiano della milanesità». Il libro, riccamente illustrato secondo lo stile della Meravigli Editore, si presenta come un liofilizzato di memorie, ravvivate con la sapienza popolare del vernacolo. Per i milanesoni con il cuore in mano (esistono ancora).

Un po' pesante da mettere in valigia, ma perfetto per i non pochi che possiedono una casa al mare o in montagna con relativi scaffali da riempire, è «Il Naviglio di Milano» (Hoepli, 39 euro), volume uscito qualche anno fa a firma di Empio Malara. È la storia degli amati Navigli, da conoscere mentre si discute se riaprirne dei tratti: tema che appassiona e divide. Malara, architetto e urbanista, è il fondatore dell'Associazione Amici dei Navigli e studia le vie d'acqua milanesi fin dagli anni Ottanta. Il libro ha un importante apparato iconografico: fotografie e dipinti che sono una gioia per gli occhi.

Chiudiamo suggerendo un libro facilmente trovabile, anche se uscito oltre dieci anni fa in ultima edizione: «La signorina snob» (Lindau, 26 euro), della milanese Franca Valeri, che ha da poco compiuto 98 anni. È la riedizione del volume apparso da Mondadori nel 1951, con le preziose illustrazioni di Colette Rosselli, la moglie di Montanelli.

Vizi, vezzi e birignao della buona società meneghina ci sono tutti, e molte annotazioni sono ancora valide: il carattere di una città - a volte elegante, a volte cinica - non cambia così facilmente.

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