Cronaca locale

Un quarto d'ora per fingersi marito e marito

Da domani via libera alle unioni civili. Già 90 le prenotazioni. In via Larga previsti quattro appuntamenti all'ora. La festa? Fuori dagli uffici

Coppia omosessuale
Coppia omosessuale

L'assessore ai Servici civici, Daniela Benelli, ha continuato a ripetere anche giorni fa che «negli uffici non ci sarà nessuna cerimonia». Ma il debutto del Registro per le unioni civili domani mattina sarà un battesimo del fuoco per la giunta: i cattolici del Pd avevano detto chiaro che l'iscrizione non deve avere nulla a che vedere con il via libera alle nozze gay. Ma poco ci manca. La Benelli sarà presente ad accogliere le prime coppie nell'ufficio allestito al secondo piano dell'anagrafe in via Larga, stanza 231. Ci saranno la capogruppo della Sinistra x Pisapia Anita Sonego e la consigliera del Pd Marilisa D'Amico che erano state le prime firmatarie della delibera votata in aula a luglio. Non ci sarà nessuna cerimonia. Ma «non impediamo certo alla coppia di venire con chi vuole, che sia un fotografo o gli amici, o di fare poi la festa purchè fuori dagli uffici» ha spiegato l'assessore. E a chi e farà richiesta (dietro contributo di 15,14 euro che si aggiunge ai 14 che spettano comunque a tutti per il bollo statale sulla domanda di iscrizione) verrà consegnato un attestato. Dall'ufficiale dell'anagrafe, per carità, non da un assessore o da un consigliere comunale come avviene nei matrimoni civili. Ma gli ingredienti ci sono quasi tutti, e probabilmente non mancherà il riso sui marciapiedi di via Larga.
All'apertura del centralino e della mail dedicata lunedì scorso, in un giorno erano arrivate subito 46 prenotazioni: trentuno coppie etero e quindici dello stesso sesso. Una proporzione che si è mantenuta stabile nei giorni successivi. L'ultimo dato disponibile è fermo a giovedì sera, le richieste sono salite a novanta, di cui 60 eterosessuali e 30 coppie gay, una su tre.
Per il debutto domani è già tutto esaurito. Dalle 8.30 alle 15.30 (con pausa di due ore e mezza) sono stati fissati diciotto appuntamenti, quattro all'ora. E quattro le coppie gay che firmeranno il primo giorno il Registro milanese. La prima in assoluto, quella formata dall'ex consigliere Pds Paolo Hutter con il suo compagno da oltre vent'anni, l'avvocato Paolo Oddi. Quasi un atto dovuto. Il 27 giugno 1992 diede il via a una battaglia per i diritti dei gay indossando in piazza Scala una fascia tricolore e celebrando simbolicamente le nozze tra dieci coppie dello stesso sesso. Lo scorso giugno ha appeso lucchetti a una catena davanti a Palazzo Marino per ricordare quel giorno e le richieste dell'Arcigay. Ma lo stesso Hutter non nasconde che concretamente il registro ha scarsa efficacia, l'iscrizione «è solo un atto simbolico, per sostenere la causa di una legge vera» e «per sostenere questa nostra giunta arancione che ha dovuto faticare tanto per questo semplice registro. Non ci vestiremo da sposi, non lanceremo il bouquet, andremo poi con l'Arcigay ai lucchetti di piazza Scala, a mettere una targhetta per spiegare finalmente cosa sono. E poi, a lavorare, festeggeremo tra qualche giorno, privatamente». Alla consigliera Pd D'Amico, non piace «il timbro politico che qualcuno cerca di dare». Ora «tocca a noi realizzare quei provvedimenti che dimostrino che è davvero una cosa utile iscriversi».

Per il Pdl Carlo Masseroli, è e resterà «un contenitore vuoto».

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