Cronaca locale

Quei posti da 2.000 euro senza richieste

Dal mondo delle agenzie per il lavoro una fotografia spietata: gli impieghi ci sono, ma i giovani non lo sanno

Non sono le persone che non trovano il lavoro, ma il lavoro che non trova le persone. Apparentemente sembra paradossale negli anni di una crisi economica dalla portata storica. Però succede: alcune agenzie per il lavoro si trovano in questa situazione. Potrebbero offrire un impiego, spesso a termine o a tempo parziale ma non solo, ma non trovano la gente. Capita per tanti motivi, uno dei principali sembra essere una certa diffidenza nei confronti delle stesse agenzie. «Quando dico che lavoro per loro – spiega Sara, 34 anni e un posto in un'azienda farmaceutica – mi rispondono subito “allora ti sfruttano” o mi chiedono quanto ho pagato per trovare il lavoro». Ma la giovane donna è, invece, un esempio di come adattarsi alle nuove strutture possa essere la strada giusta per trovare uno stipendio: con l'agenzia con cui è ora il rapporto dura da un paio danni. Ha avuto già tre esperienze lavorative e non le sono mancate, oltre alla retribuzione, tredicesime, quattordicesime, buoni pasto e straordinari pagati. Le agenzie si sono sviluppate e seguono con più attenzione il lavoratore, anche garantendo lo stipendio nei periodi tra un contratto e l'altro. E formandolo gratuitamente, perché fa parte dell'investimento.

«E' la mentalità che deve cambiare – afferma Sara – io ho amici e parenti che cercano lavoro in maniera tradizionale e sono a casa, invece io l'ho trovato e mi sono sentita molto seguita perché nell'agenzia sono attenti alle esigenze delle persone». Nonostante la buona esperienza di Sara e di altri il settore non decolla: «Guardi basta vedere i dati del settore – spiega Paolo Ferrario, amministratore delegato di e-work – nel nord Europa le agenzie per il lavoro sono migliaia, qui in Italia arriviamo appena alle centinaia». E tra scarsità di numero e diffidenze varie il lavoro non trova le persone: saldatori per uno stipendio dai 1400 ai 1500 euro al mese, cuochi che possono guadagnarne fino a 2500 euro, portabagagli negli hotel di lusso per 1300 euro, camerieri ai piani per 1000 euro, ma anche receptionist che conoscano le lingue e contabili puri, cioè con il solo diploma di ragioneria. Esistono anche gli esempi positivi, come quello di Matteo, 28 anni. Si è rivolto a un'agenzia su consiglio di un amico e in due mesi si è trovato un lavoro come operaio specializzato su macchine a controllo numerico: si è iscritto, lo hanno formato gratuitamente e adesso lavora cinque giorni a settimana, otto ore al giorno. «Vivo bene anche il lavoro precario – racconta – perché tanto se ti guardi in giro non ci sono altre possibilità, portare il curriculum alle aziende ormai è inutile». Anche per Milena, 26 anni e un impiego come aiuto chef, il percorso è stato simile: dopo aver frequentato un istituto turistico-alberghiero si è rivolta alle agenzie. «Io è da quando ho 19 anni che lavoro – precisa – ma adesso mi trovo molto meglio: prima ero commessa in un negozio di scarpe, un lavoro intenso e spesso mi pagavano in ritardo; ora ho un contratto di tre anni con buone prospettive per il rinnovo, io sono stata fortunata, ma c'è anche tanta gente che è accasata e o trova subito il lavoro della vita o preferisce restare con i genitori».

E qualche segnale positivo arriva anche dalle ultime rilevazioni Istat: nel settore dell'industria e servizi di mercato le ore lavorate nell'ultimo trimestre 2014 sono cresciute dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente. E dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013. E le ore di cassa integrazione sono calate, seppure lievemente.

L'adattamento al modello nord europeo sembra ormai in via di consolidamento, anche visti gli ultimi provvedimenti del Governo in materia di lavoro.

Commenti