Cronaca locale

Quelle facce da librai che sfidano la crisi «Una vita da... romanzo»

Una mostra fotografica racconta la città attraverso storie coraggiose e indipendenti

Lucia Galli

Nei giorni dei saloni «grandi firme» che, qui e altrove, scatenano la voglia di libri blockbuster, Milano riscopre i suoi salotti, le piccole librerie boutique dove la pagine si sfogliano con calma al ritmo dei consigli di chi fra repertori, bibliografie e tomi è sempre vissuto. Milano ha da tempo la sua Kasa dei libri, che di questi eroi moderni è patria sicura. A volerla, in Largo De Benedetti, fu Andrea Kerbaker nel 2012. Oggi alla Kasa, approda anche una mostra sui librai indipendenti di Milano. Un catalogo o meglio una «gallery», come si direbbe oggi, per conoscere le loro storie di tenacia e «bibliodiversità» partendo da uno scatto ed un sorriso. Ad immortalare un pugno di librai indipendenti milanesi poco meno di una trentina per ora in un progetto ancora in divenire è Stefania Ciocca che, dal 2014, ha lavorato al progetto «Facce da Librai», una personale, curata con il critico fotografico e giornalista Roberto Mutti. Da oggi al 1° giugno, nell'ambito della dodicesima edizione del Milano Photo festival, la mostra accompagnerà il lettore alla scoperta di un romanzo collettivo per immagini. Scovare le vetrine di queste librerie in città vuol già dire guardare Milano con occhi diversi. Dal Giambellino a Tortona, da Loreto all'Isola, passando per il centro: Ciocca ha mappato la città partendo da questi scaffali che raccontano storie di lungo corso oppure start up coraggiose. Via dalla pazza folla e dai grandi loop commerciali, ma anche lungo le vie dello shopping, solo qualche metro oltre lo struscio più consueto. Accade così che in piazza Cadorna, al civico 9, Matteo e Luigia vorrebbero far ruotare tutto intorno a quel grande camino e a quel magazzino che un tempo era una macelleria: e invece il camino scompare dietro agli scaffali della loro libreria che oggi profuma, fin dal nome - «Il domani» - di futuro, anche dopo 42 anni di attività. In via Ozanam, zona Lima, invece, Anna, italotedesca, porta subito voglia di lingue: la sua «Babele» oggi è un punto di riferimento per la letteratura straniera. È in Chinatown, ma parla anche arabo, la libreria «6Rosso» di Sabina e dei suoi due bassotti. Qui c'è anche un angolo dedicato al book crossing di soli libri in lingua originale. In via Savona, nel 2009, doveva, invece, durare solo 121 giorni l'avventura temporary di questo punto vendita della casa editrice Corraini e dei lavori di Bruno Munari. Da allora però le serrande sono sempre aperte. «Fare il libraio oggi spiegano i curatori della mostra - è soprattutto una scommessa e poi una vocazione. Richiede intuizione, sacrificio e una totale simbiosi fra spazio e persona». Fra coloro che ci hanno messo la faccia spuntano vetrine che di Milano hanno fatto la storia, come la Claudiana di via Sforza, un vero «tempio» non solo metaforico ma con tanto di accesso al luogo di culto - della cultura evangelica in Italia. Gli appassionati di res militares sanno che il loro quartier generale resta la libreria militare di via Morigi 15, mentre in via Magenta occorre (e fa bene) entrare al museo Archeologico e chiedere di Edoardo al book shop che affaccia sulle mura e sul parco per farsi raccontare anche i segreti più reconditi della Milano imperiale. La comunità Lgbt ha invece, dallo scorso anno, nell'Antigone di via Kramer, zona porta Venezia, un nuovo punto di riferimento. Sono molte le storie raccontate in queste immagini: «Ci sono quelli che sognavano di fare questo lavoro fin dal liceo e chi invece ha avuto una vita precedente e poi si è reinventato con i libri», spiegano dalla Kasa. Perché in fondo ogni vita è a suo modo un romanzo. Che si scrive, si legge e si racconta.

(Info : Kasa dei Libri Largo De Benedetti, 4 tel 02 669 89 018).

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