Cronaca locale

Quelle «trattative private» fra Majorino e i circoli amici

Dopo la diffida dell'autorità anti-corruzione di Raffaele Cantone l'opposizione passa ai «raggi x» gli appalti senza gara del Sociale

La giunta ha approvato giorni fa l'affidamento della consegna dei pasti a domicilio agli anziani con gara pubblica. Dov'è la notizia? Non nel servizio, ma nella gara: uno strumento non unico ma raro per l'assessorato al Welfare gestito da Pierfrancesco Majorino, che si sta scaldando per le primarie del Pd e (magari) per diventare sindaco. Ma sulla sua gestione del patrimonio pubblico ha già fissato l'attenzione un mese fa il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, nominato nel 2014 dal premier Matteo Renzi contro il rischio Tangentopoli sui cantieri Expo. Cantone ha vigilato a fondo anche sugli appalti del Comune, e a fine aprile ha inviato una diffida che riguarda proprio il settore dei Servizi sociali. Una richiesta ufficiale di atti su 2,5 milioni di euro assegnati tra 2013 e 2014 a decine di enti e associazioni con affidamento diretto per la gestione degli alloggi alle fasce deboli. Troppi «incarichi senza gara pubblica» è stato il richiamo dell'Anac. E venerdì l'assessore Majorino ha prontamente cambiato rotta, proponendo il bando per un servizio che nulla aveva a che vedere con gli alloggi ma con i pasti. Ma è anche questa un'area dove, a quanto sembra, la discrezionalità è stata ottima e abbondante. Il consigliere Fdi Riccardo De Corato, sulla spinta dell'intervento di Cantone, ha chiesto giorni fa di ricevere sul suo tavolo l'elenco dei servizi assegnati da Majorino con trattativa privata. Si tratta di affidamenti con semplice determina dirigenziale per un ammontare di oltre 1,8 milioni, solo tra 2014 e inizio 2015. E almeno due terzi - circa 1,2 milioni - hanno riguardato il servizio di ristorazione per gli ospiti e gli operatori dei centri diurni disabili. Si tratta di pasti che vengono consumati all'esterno delle strutture (dove invece provvede Milano Ristorazione), e nella scelta dei «ristoranti» compaiono ripetutamente i circoli Arci (Corvetto, Olmi, A.Grossoni) e un elenco di ristoranti che forse non erano gli unici a garantire locali senza barriere architettoniche. Ma nelle determine ogni volta si giustifica il salto con «l'assenza di altri fornitori aventi le caratteristiche necessarie a fornire il servizio di ristorazione». Un sistema che, contesta De Corato, «blocca il mercato. Intanto, si impedisce in partenza alle altre imprese di partecipare a un bando. E “spacchettando“ il finanziamento più corposo da 1,2 milioni in mini-assegnazioni, da 157mila, 167mila, ma fino a 611mila euro, si giustifica la trattativa privata su una montagna di quattrini. Che poi, guarda caso, finiscono sempre agli stessi fornitori. Era un sistema classico ai tempi di Tangentopoli». In questo caso, fa notare che «i beneficiari rituali sono soprattutto i circoli Arci, che fanno riferimento all'area di sinistra. Saremo ancora più attenti nell'ultimo anno sulla gestione di fondi e contributi da parte della giunta, non vorremmo che qualcuno si facesse la campagna elettorale con i soldi dei milanesi. O dello Stato». Si riferisce alla gestione dell'emergenza profughi: i soldi anche in questo caso vanno quasi sempre dritti agli enti, senza passare dai bandi. De Corato presenterà un'interrogazione in consiglio sul caso.

E a Majorino raccomanda «di non limitarsi a proclamare ossessivamente le “case di vetro“ solo su Facebook».

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