Cronaca locale

Le radici della fotografia viste dai contemporanei

Alla galleria De Cardenas un gruppo di artisti si confronta con la poesia della camera oscura

Mimmo di Marzio

«Non ha senso continuare a chiedersi se la fotografia sia o meno una forma d'arte, perché l'arte è fuori moda e noi abbiamo bisogno di altro», scriveva ancora all'inizio del '900 Man Ray, maestro della sperimentazione che iniziò a fotografare perchè perennemente insoddisfatto di come i fotografi «professionisti» immortalavano i suoi lavori. E un inno alla libertà di una fotografia al di fuori degli schemi estetici della contemporaneità ma piuttosto orgogliosa del suo stesso esistere come linguaggio, è offerto dalla mostra collettiva intitolata Jamais laisser les photos trainer in corso alla Galleria Monica De Cardenas (via Viganò 4). Il titolo dell'esposizione - che raccoglie opere di Linda Fregni Nagler, Jochen Lempert, Johan Österholm, Barbara Probst, Leticia Ramos, Alessandra Spranzi, John Stezaker - contiene già un messaggio ricco di spunti. «Mai lasciare incustodite le fotografie», frase tratta dal film di Louis Malle «Ascensore per il patibolo», lascia aperta l'ipotesi romantica di un medium che vive in funzione non soltanto dello sguardo dell'artista ma anche del suo interagire col tempo e con lo spazio. Ovvero di un'opera d'arte che, pur nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, è in grado di preservare l'aura che le conferisce una totale unicità. Gli artisti in mostra tornano dunque ad una concezione pienamente lirica di una fotografia pioneristica e rigorosamente analogica, dove l'intervento dell'autore, anche quello in post-produzione, mantiene una valenza totalmente «artigianale». L'uso della camera oscura nello sviluppo dell'immagine, la sovrapposizione manuale di altre immagini, il ritaglio decontestualizzante e il collage tanto caro ai dadaisti, e finanche l'intervento pittorico costituiscono un leit motiv che accentua il lirismo dell'esposizione.

Così Linda Fregni Nagler sceglie e stampa immagini di fumo colorandole a mano, il tedesco Jochen Lempert amplifica dettagli apparentemente insignificanti ricombinando le forme, l'inglese John Stezaker crea collage surreali, mentre Johan Österholm riprende immagini provenienti dal cielo realizzando fotografie off-camera, ottenute per impressione diretta.

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