Cronaca locale

Regione, nuova stretta sulle moschee

Il centrodestra dice no alla sanatoria milanese. E sui controlli si unisce anche il Pd

Regione, nuova stretta sulle moschee

No alla sanatoria delle moschee abusive. Sì a un pacchetto di misure per controllare i luoghi di culto. Telecamere all'esterno, registro degli imam, trasparenza nei finanziamenti e una presa visione dei testi usati nei centri «culturali» islamici e nei corsi scolastici che organizzano. Il Consiglio regionale ha votato ieri una nuova stretta sulla moschee, approvando a larga maggioranza il documento presentato dalla Lega ed emendato nel corso della seduta. La mozione, firmata da Andrea Monti e Massimiliano Bastoni, chiedeva alla giunta regionale di ripartire con il censimento dei centri islamici di avviare una collaborazione con le forze dell'ordine per controllare i testi usati nelle moschee, di valutare l'istituzione di un registro degli imam e di prevedere l'installazione di telecamere nei luoghi di culto come in altri «luoghi sensibili». Forza Italia, con il sottosegretario Fabio Altitonante, ha chiesto di prevedere anche «una norma regionale che non consenta la sanatoria di centri culturali abusivi all'interno dei Pgt comunali». Il suo emendamento è stato approvato a larga maggioranza, con voti del centrodestra e dei 5 Stelle (55 sì e 18 no). E si tratta di un vero e proprio siluro lanciato contro gli strumenti urbanistici predisposti dalla giunta di Milano, che proprio alla sanatoria sta procedendo, in quattro casi (via Maderna, via Gonin, Cascina Gobba e via Quaranta). «I Comuni devono agire con fermezza - ha commentato il capogruppo Gianluca Comazzi - procedendo a una mappatura precisa di queste realtà e alla chiusura di tutti i centri islamici irregolari». Il Pd non ha votato l'emendamento di Altitonante e invece - un po' a sorpresa - ha deciso di andare a «vedere» le proposte leghiste, rilanciando. Lo ha fatto con la consigliera Carmela Rozza, ex assessore a Milano. «Apprezziamo - ha detto - lo sforzo fatto dal gruppo regionale della Lega, che nei fatti riconosce la libertà di culto, a differenza di altre parti dello stesso schieramento». I dem hanno sottoscritto il passaggio leghista sul registro degli imam (previsto peraltro anche dal Patto per l'islam italiano firmato dal ministro «dem» Marco Minniti). Poi hanno suggerito alcune modifiche: hanno proposto, per esempio, che quella sui testi e i libri scolastici fosse solo una sorta di presa visione, col contributo del Provveditorato. Inoltre hanno formalmente chiesto di aggiungere un riferimento agli «standard decorosi e rispettosi delle norme» e all'accessibilità delle moschee ai visitatori, nonché una previsione sul controllo dei finanziamenti ai centri islamici. Riserve sulle telecamere dentro i luoghi di culto sono arrivate da più parti, anche dalla giunta, memore del fatto che proprio sulle telecamere era intervenuta la Corte costituzionale cassando in parte la legge anti-moschee del 2015. La Lega ha detto sì agli emendamenti, smorzando sulle telecamere (solo fuori, come accade in molti luoghi) e sul controllo dei libri (affidato come detto alla collaborazione con le autorità scolastiche e non di pubblica sicurezza). Alla fine il Carroccio ha incassato un sì largo a questo nuovo pacchetto di misure, che ora dovrà essere studiato dalla giunta regionale.

Bocciata invece un'altra mozione, quella di Silvia Sardone (gruppo misto). Dopo le richieste di modifica dell'assessore all'Urbanistica Pietro Foroni, il documento chiedeva di sensibilizzare Comuni, prefetti e questori per una «rapida chiusura dei centri islamici illegali». A voto segreto, la mozione ha avuto solo 28 sì, arrivati in gran parte dalla Lega - stando a numeri e indiscrezioni.

Fdi ha votato a favore e il Pd ha votato contro.

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